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APRILIA – Corona commemorativa per Menotti Garibaldi, “fuori” dalla tenuta di Carano.

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Carmen Porcelli e Gianfranco Compagno al Monumento ai Caduti

“I discendenti di Menotti Garibaldi preferiscono coltivare i rapporti con il potere economico e politico, con cerimonie di spirito privato, piuttosto che aprire le porte della tenuta di Carano alle istituzioni cittadine, dove riposano le spoglie del loro illustre avo, attraverso manifestazioni pubbliche. E’ del tutto evidente che ciò nasca dall’esigenza, oramai immutata, di realizzare un complesso residenziale, che affaccerebbe direttamente sulla tomba mausoleo”.

Si è svolta oggi alle 12 ad Aprilia, al Monumento dei Caduti in Piazza della Repubblica, con la posa di una corona commemorativa, la cerimonia pubblica in ricordo di Menotti Garibaldi (deceduto il 22 agosto 1903 a Roma), organizzata dalla consigliera comunale Carmen Porcelli e dal Presidente del Comitato per il gemellaggio Aprilia – Mostardas, Gianfranco Compagno.

“Quest’anno entrambi per questioni personali abbiamo deciso di svolgerla in tono minore, ricordando sempre che Menotti – che era ateo ed era stato scomunicato dal Vaticano, pertanto alla sua morte non ebbe un funerale religioso – dovrebbe essere ricordato con rito laico e non religioso. Lo scorso anno abbiamo scelto di svolgere la manifestazione al di fuori della proprietà, oggi rendiamo omaggio a Menotti presso il Monumento dei Caduti, portando in un luogo centrale e da tutti i cittadini identificato e noto testimonianza della sua presenza ad Aprilia.

Menotti Garibaldi, che è stato un politico e un militare, ha vissuto nel nostro territorio e il suo ricordo è stato sugellato con il gemellaggio tra la città dove egli nacque (Mostardas) e quella che ospita la sua tomba (Carano – Garibaldi), ma né il gemellaggio né la sua figura sono conosciute ai cittadini di Aprilia, molti dei quali abitano da tempi relativamente recenti nella nostra città.

Un segno dello scarso valore e della incapacità di questa amministrazione – sostengono Carmen Porcelli e Gianfranco Compagno – nel dialogare con i cittadini e la comunità locale attraverso manifestazioni culturali degne di questo nome. Limitare le celebrazioni in onore di Garibaldi (quella del 17 marzo per celebrare l’Unità d’Italia e quella recentissima da parte della famiglia il 22 agosto) a manifestazioni autoreferenziali e non inclusive è un brutto segno, oltre che di cattivo gusto. Forse per questo non veniamo invitati, siamo grati all’organizzazione se la ragione è la stessa, le situazioni poco piacevoli e di cattivo gusto non ci aggradano.

Per quanto riguarda invece la questione delle villette, – aggiungono – che sembrava oramai tramontata, ricordiamo che in una commissione urbanistica, che si è svolta oramai un anno fa, la maggioranza prese l’impegno con i discendenti dei Garibaldi a redigere una variante per riportare i terreni che ricadono nella proprietà alla loro destinazione urbanistica originaria, cioè agricola. Ciò non è ancora avvenuto, pertanto le nostre preoccupazioni sulla preservazione del paesaggio restano forti”.

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