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Festival Domus Danae, pronta la mostra “Cantico dei Cantici” del maestro Guadagnuolo

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Festival “Domus Danae”: dal Surrealismo al Transrealismo protagonista della 4ª edizione. Il Festival si è aperto con una mostra su “Dalì e il Surrealismo”, mostre internazionali curate da Mario Lupini e si completa l’8 settembre 2017, alle ore 19,00 presso la Villa “domus Danae”, Via Pratica di mare, 9 ad Ardea (RM), con l’inaugurazione della mostra personale di Francesco Guadagnuolo sul “Cantico dei Cantici”, visitabile sino al 30 settrembre c.a. Il Cantico dei Cantici è il poema più letto che decanta l’amore umano nei vari aspetti. Amore e pathos, passioni toccanti e tensioni travolgenti, sono questi alcuni dei principi che si vedono nelle opere di Guadagnuolo.

Dal Surrealismo di Salvador Dalì al Transrealismo di Guadagnuolo

Lo spagnolo Salvador Dalí è uno dei protagonisti del Surrealismo che si propaga dal 1924 in tutta Europa interessando la letteratura, la poesia e l’arte. Nel Surrealismo si possono distinguere due tendenze: il Surrealismo realistico ed il Surrealismo assoluto. Artisti come Dalì non lasciarono mai la rappresentazione dell’immagine.

In Italia la grande pittura della tradizione italiana è stata vicina alle forme della realtà da Caravaggio in poi, dal dopoguerra si ha un superamento del Neorealismo che ha imperversato con Guttuso, Sassu, Vespignani, tanto da diventare Francesco Guadagnuolo il capofila del Transrealismo italiano. La mostra di Guadagnuolo vuole anche essere una riflessione sulle avanguardie, infatti, il Transrealismo è l’ultima avanguardia internazionale che chiude il ’900 e apre il XXI secolo interpretando le istanze del mondo culturale e della comunicazione mass-mediale in funzione del tempo storico che viviamo. Così Guadagnuolo, artista transrealista, crea un linguaggio universale di continuità tra la vita e l’arte che esprime le vicissitudini umane.

Guadagnuolo tende al superamento dei clichés di riproduzione artistica riguardo ad una costituzione di un’arte che riveli il suo immaginario e le sue osservazioni della realtà e nella vita vissuta. In fin dei conti l’arte si è sempre portata dietro tutto il suo scibile umano, nella sua rigenerazione dell’esperienza e del comportamento come danno prova “i nuovi realisti in Europa e in America”.

Guadagnuolo spiega come nelle tematiche affrontate dall’artista, alla pittura, alla scultura ed alle installazioni, con l’uso di collage d’immagini tratti dai media, s’intreccino non solo interessi culturali e sociali, ma riguarda l’intera umanità. Ci colpisce in quest’artista la ripresa dell’essenza simbolica che ci rimanda in qualsiasi convenzione artistica, ecco che troviamo nella sua arte: poesia, musica, teatro, cinema, scienza, religione politica come atto globale artistico e alla vita pubblica mondiale.

Con le mostre realizzate in America, Guadagnuolo è stato messo in relazione con la figura di Rudy Rucker, scrittore statunitense di fantascienza della sua idea di scrittura come viene esposta nel suo manifesto del Transrealismo. Esso invitava a cogliere e sviluppare i fermenti di trasfigurazione presenti già nella società post-industriale a tradurli in termini letterali.

Se Rudy Rucker teorizzatore della corrente letteraria del Transrealismo è da alcuni considerato il padre del cyberpunk insieme a Willyam Gybson e Bruce Stearling, Guadagnuolo viene considerato il Transrealista italiano, poiché vive un rapporto di simbiosi con la produzione letteraria e scientifica degli ultimi anni realizzando collaborazioni con gli autori più noti nella scena italiana ed internazionale.

Le sculture e le installazioni di Guadagnuolo rappresentano la vita reale con tutto ciò che si porta dietro, come la violenza, il dolore e la solitudine della vita contemporanea, l’artista ci sta dicendo qualcosa di distintamente vero e di introspezione sull’Umanità.

Il Cantico dei Cantici

“Non c’è nulla di più bello del Cantico dei Cantici”: l’ha detto un personaggio dell’Uomo senza qualità del grande scrittore Robert Musil.

Il vero personaggio principale in questo Canto è l’amore in tutte le sue immaginabili manifestazioni: dall’amore quale desiderio, emozione, sviluppo mistico all’amore-passione che tutto trascina. L’eros diventa un’ostentazione di forza sulla morte che si mostra come rigetto della propria debolezza e della disponibilità all’altro. L’erotismo non è mai solo impulsività, ma anche rivelazione del sogno, desiderio dell’altro manifestato come nella sua attinenza carnale. Così l’erotismo stimola a desiderare l’altro perché l’altro è anche accordo di vita, garanzia di amare, giuramento di sentimento. Guadagnuolo si rivolge ad un pubblico, col quale inizia un “viaggio nell’eros” dove ognuno ritrova situazioni personali. Ci troviamo di fronte ad una mostra intima, dove l’esperto pittore tratta l’argomento con soavità e grandezza giungendo a sentire quelle corde care al pubblico, come solo i grandi artisti riescono a creare. Guadagnuolo con questa mostra passionale lo fa per sottintendere alla bassezza e volgarità che sono disseminate nelle società contemporanee. Il sentimento dell’amore può liberare il mondo, perché con il bene sorge nel creato una condizione di disciplina, di concerto all’unisono di vita: la morte annulla, l’amore dà vita. Il Cantico officia in questo modo un amore che interviene allo sviluppo della vita e non si blocca nel proprio egoismo. Insomma una mostra che stimola a vivere la passione intensamente, nel momento della vita, perché la bellezza è ancora di questo mondo.

Nell’occasione sarà presentato il libro “Cantico dei Cantici” illustrato da Guadagnuolo e curato da Mons. Ennio Innocenti (ed. Sacra Fraternitas Aurigarum – Roma). Questo volume, ricco delle opere dell’artista è un connubio di arte e poesia sulla trattazione dell’eros che la liturgia chiarisce in modo spirituale per commentare il concetto dell’amore cristiano, nella spartizione dei pubblici valori, ma anche una ricerca dell’amore che va oltre la realtà, come glorificazione esistenziale e capacità educativa.

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