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Latina, questa sera la presentazione di “Lascia stare i santi” di Pannone e Sparagna

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Verrà presentato questa sera alle 20.30, presso il Cinema Corso di Latina, il film documentario “Lascia stare i santi” di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna, (prodotto dall’Istituto Luce – Cinecittà).

Partecipano Gianfranco Pannone regista e sceneggiatore, Ambrogio Sparagna musicista ed etnomusicologo, Anna Eugenia Morini per il Centro studi Angelo Tomassini.

La presentazione a Latina di “Lascia stare i santi”, è il primo appuntamento del percorso di ricerca del Centro studi “Confini”. Un percorso che intende avvalersi dello sguardo antropologico per studiare e affrontare la complessità dei nostri tempi, segnati dall’anacronistica permanenza di muri, barriere geografiche e culturali, dentro e fuori di noi. “Lascia stare i santi” evoca l’esistenza di confini , tra il divino e l’umano, tra il razionale e il sacro, tra cultura scritta e trasmissione orale di saperi, e individua nella coralità dei corpi segnati dalla storia e nel vitalismo della musica i tratti di un’umanità di ieri e di oggi.

Il film-documentario di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna è il risultato di un’appassionata ricerca e di un’attenta operazione di recupero, condotta negli archivi dell’Istituto Luce e nelle memorie sonore (canti e musiche) della devozione religiosa popolare. Le processioni, i presepi viventi, i cortei, le danze, ci guidano nelle città, nei borghi e nei villaggi delle diverse regioni di Italia. E’ l’intera comunità a essere coinvolta per festeggiare la madonna o il santo a cui chiedere tutela e protezione per fronteggiare le nostre paure. Questo viaggio tra passato e presente, lungo un secolo, riporta alla luce un patrimonio collettivo in cui ogni spettatore può riconoscere una parte di sé.

“L’Italia arcaica non è così lontana da noi – dice Pannone –. Ci manca culturalmente qualcosa, ed è la coscienza. La coscienza del mondo da cui proveniamo, e non si tratta solo di essere religiosi. Non volevo raccontare il passato contadino e pastorale solo attraverso la miseria del vivere quotidiano, cercavo qualcosa che fosse anche festoso e mistico. Questo dice il popolo di cui ci siamo dimenticati, il popolo della magia che non è solo superstizione, ma strumento utile a rendere la vita più sopportabile. Il santo fa da tramite.”

Gli autori fanno proprio lo sguardo antropologico su questi eventi, inaugurato in Italia da Ernesto De Martino più di sessant’anni fa. E ci invitano a una osservazione partecipe sul tema del SACRO, tema che in un recente passato ha catturato l’attenzione di intellettuali come Silone, Pasolini, Scotellaro, Soldati, De Seta, Bianchi, Gramsci, evocati nel documentario dalle voci degli attori Fabrizio Gifuni eSonia Bergamasco. Le loro parole, che si sovrappongono alla rappresentazione visivo-musicale, testimoniano il bisogno di mettere in comunicazione due mondi storicamente divisi da un muro : quello della ragione, che usa le parole per analizzare, spiegare, e quello del mistico, del sacro, che unisce e coinvolge. Ma le immagini, le sonorità, lo stesso montaggio lasciano ai margini l’universo intellettuale, anche attraverso la rinuncia a una ‘narrazione’, che non sia quella del calendario delle feste o del succedersi delle stagioni . Non c’è sguardo nostalgico nei confronti di un mondo che rischia di essere cancellato dalla memoria, piuttosto il riconoscimento di un’umanità che, ha bisogno di superare le incognite del presente attraverso l’aggregazione e la comunicazione dei corpi e delle voci, nei cortei e nei canti.

“Cantare è pregare due volte”, ci ricorda Ambrogio Sparagna citando sant’Agostino. E in questo rinnovato bisogno di sacro – rimosso o latente, Gianfranco Pannone rilancia i suoi interrogativi: “Quanto alberga segretamente in ciascuno di noi? Siamo solo figli di questo presente? O anche altro che non sappiamo più vedere?”

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