Presentato ufficialmente il programma di eventi organizzati in occasione della 240esima edizione della Tradizionale Infiorata.
Manifestazione di carattere religioso, storico e folkloristico, l’Infiorata è una tradizione che accompagna Genzano di Roma dal lontano 1778 e che ogni anno colora la città in concomitanza con il Corpus Domini. Riconosciuta dal ministero del Turismo ‘Patrimonio d’Italia per la tradizione’ quale «espressione della capacità di promuovere il turismo e l’immagine nazionale e di valorizzare la storia e la cultura del territorio con un’interpretazione adeguata ai tempi di oggi», quest’anno è in programma per il 9, il 10 e l’11 giugno.
L’edizione 2018 è stata organizzata sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati, la Regione Lazio e la Città Metropolitana di Roma Capitale.
Con il suo splendido tappeto infiorato che si estende per quasi 2.000 metri quadrati nell’antica via Livia (oggi via Italo Belardi), l’Infiorata è un’arte trasmessa di padre in figlio, messa generosamente a disposizione di chi voglia prestare occhi, mani, testa e cuore per tramandare questa magnifica tradizione.
La manifestazione è stata illustrata oggi nella sala consiliare dal sindaco Daniele Lorenzon e dall’assessore allo Sviluppo locale, turismo e cultura Francesca Saitta alla presenza di tutte le associazioni coinvolte.
L’edizione 2018 sarà strutturata in:
un quadro floreale di apertura della Tradizionale Infiorata 2018, che avrà una dimensione di 7 metri per 4 e dovrà rappresentare simbolicamente il tema della manifestazione;
11 quadri floreali 7 metri per 14 circoscritti da cornici e interspazi di materiale vegetale verde dello spessore di 1 metro. I tappeti con elementi decorativi saranno disposti in alternanza ai restanti quadri figurativi, mentre il 10° posto a partire da piazza IV Novembre sarà riservato al quadro dell’artista ospite.
un quadro floreale realizzato sulle “scalette”, che avrà una dimensione di metri 5,5 di larghezza x metri 39 di lunghezza. Anche questo quadro floreale sarà circoscritto da cornice e interspazi di materiale vegetale verde dello spessore di un metro.
L’ordine dei quadri figurativi e dei tappeti è stato estratto a sorte. I bozzetti che saranno realizzati sono – in ordine crescente a partire da piazza IV Novembre – i seguenti:
il quadro figurativo ‘L’Infiorata di Genzano di Roma: 240 anni di storia, arte e tradizione’ di Salma Gabbarini, Parvin Gabbarini e Anna Pucci;
il quadro figurativo ‘Allegoria della simulazione’ di Francesca D’Erasmo;
il tappeto floreale ‘Rosoni’ di Pasqualina Di Martino, Maria Rosaria Gilio;
il quadro figurativo ‘Affaccio con stile’ di Silvia Pompili, Sergio Ercolani;
il quadro figurativo ‘La Madonna della Melograna’ di Giampaolo Leuti, Francesca Leuti, Cinzia Severoni, Luigi Ciampanella, Roberta Imbastari, Ambra Zega e gli allievi Eleonora Ciampanella, Eleonora Bucci;
il tappeto floreale ‘L’Infiorata nel cuore’ di Nando Gabbarini e il gruppo I Gira-Soli;
il quadro figurativo ‘Famous: omaggio a Jean Michel Basquiat’ di Margherita Pistelli;
il quadro figurativo ‘500° anniversario della nascita del pittore veneziano, Jacopo Robusti (1518/9-1594) detto il “Tintoretto”’ di Antoine Cesaroni;
il tappeto floreale ‘Tappeto Floreale’ di Stefano Leuti, Claudia Gianiorio, Manuela Rossi;
il tappeto floreale ‘E… e… e…’ ideato da Veronica Montanino, l’artista ospite dell’Infiorata 2018;
il quadro figurativo ‘Il valore di un’anima’ di Giuseppe Mancini;
il tappeto floreale ‘Tappeto ornamentale’ di Gina Raponi, Adriana Palma, Evelina Savini;
le scalette ‘Saluti da Genzano. Tra tradizione, storia e arte’ di Silvia D’Onorio, Marco Casini, Francesca Regano, Daniele Becherelli, Arianna Salustri, Rachele Morani, Eleonora Sciattella, Massimo Sciattella.
In occasione della manifestazione verrà inoltre realizzato il quadro infiorato ‘Corpus Domini’ di Enrico del Prete davanti la chiesa SS. Trinità.
“La sinergia messa in piedi dall’Amministrazione con le associazioni presenti sul territorio è stata rafforzata ancor di più quest’anno nell’organizzazione del programma dell’evento Infiorata, che raccoglie al suo interno concerti musicali e mostre di pittori e scultori all’interno dei luoghi simbolo della città – ha spiegato il sindaco Daniele Lorenzon –: la piazza Frasconi, l’auditorium e il museo dell’Infiorata, Palazzo Sforza Cesarini e il suo incantevole parco. Durante l’Infiorata sarà possibile visitare il Palazzo comunale dove sono esposti i bozzetti dei quadri realizzati sul selciato guardare dal terrazzo l’intero tappeto infiorato”.
Ecco l’elenco delle associazioni coinvolte: centro culturale “Giuseppe Gioacchino Belli”, associazione culturale “Yasmin”, corale polifonica “Gli Armonici”, schola cantorum “Giacomo Puccini”, scuola di musica “Giuseppe Piermaria”, l’associazione “Diapason e dintorni”, complesso bandistico Città di Genzano “Cav. Mario Mecheri”, centro di formazione “Original Group Onlus”, lo stilista Filippo Lafontana, la scuola di danza “Divertissment”, l’associazione “SS Lazio Automobilismo”, l’associazione “IRCot”, il gruppo “Periodettes in viaggio”, l’I.I.S.S. “Pertini”, l’associazione “Opus Nova Production”, l’associazione culturale “Folklandia”, le associazioni “Ostrakon”, “Imparare è facile”, “Pegason” e dell’artista Michele Fascianelli, l’associazione SolEventi.
“Quest’anno ci sarà anche una grande partecipazione da parte dei commercianti per le vie della città – ha aggiunto l’assessore Francesca Saitta – perché allestiranno dei piccoli salotti di accoglienza che come dice la parola stessa hanno lo scopo di creare condivisione e, appunto, accoglienza, come una grande casa diffusa, chi vuole può sostare in un ambiente ospitale con sedie, poltrone e tavoli allestiti, un vero salotto di casa diffuso a Genzano di Roma”.
Durante la conferenza stampa è stata poi presentata Tritonia, la mostra dell’artista ospite dell’edizione 2018, Veronica Montanino. Un’esposizione del tutto originale che si caratterizza per il suo allestimento orizzontale.
ARRIVA A PALAZZO SFORZA CESARINI “TRITONIA”
La mostra vede esposte le opere di Veronica Montanino, artista ospite della Tradizionale Infiorata 2018,
dal 10 giugno al 31 agosto
TITOLI DELLE OPERE:
1 – opera in petali su strada: e…e…e
2 – installazione nella prima sala al piano terra di Palazzo Sforza Cesarini: Tritonia, intervento site specific a cura di Anna Maria Panzera
COMUNICATO STAMPA DELL’ARTISTA OSPITE, VERONICA MONTANINO
La tradizionale Infiorata di Genzano, manifestazione legata ai culti e ai riti della primavera, reca in sé ancora molto del “meraviglioso” da cui ha preso origine. Innanzi tutto la sua storia, che la riconduce a quella magnifica stagione dell’arte che è il Barocco; poi le tecniche dei maestri infioratori, in particolare lo spelluccamento, parola dal potere sinestetico; quindi la materia dei suoi tappeti, che esalta il valore dell’effimero, di una bellezza che deve rimanere negli occhi di chi guarda e non nell’opera realizzata, che invece sparisce.
Una nota poesia dialettale dedicata all’Infiorata, il cui autore è Mario Fagiolo, architetto e poeta col nome di Mario dell’Arco, lo dice chiaramente, scoraggiando qualunque morbosità decadente:
« Purtroppo, er giorno doppo
è segnata la sorte
de l’Infiorata:
corolle morte su la via.
De botto,
giù da Santa Maria
de la Cima se sfregna una cascata
de regazini: un fiotto de majette
color ginestro, sàusa, turrena,
papavero, bluette
e arriva fino in piazza.
Una infiorata viva »
Questo stesso senso della vita, generativo, trasformativo senza ingenuità, Veronica Montanino propone per l’Infiorata di Genzano 2018, attraverso due opere.
La prima, dal titolo e…e…e sarà realizzata dai maestri infioratori genzanesi per prendere il posto che le spetta come ospite della manifestazione. Una congiunzione che indica accostamento, enumerazione, sommatoria di elementi uguali e diversi, generati dal colore e dalla sua natura espansiva e stratificata. Come nell’indole sistemica della fioritura, l’esplosione moltiplicatoria delle sfere multicolor diviene cifra del perpetuarsi della vita in natura. Un’estetica rizomatica caratterizza il lavoro dell’artista, per sua stessa dichiarazione: priva di centro e gerarchie tra i vari elementi costituenti l’immagine, l’opera conduce attraverso principi di omogeneità ed eterogeneità, singolarità e pluralità in continua dinamica. Natura contro cultura, sembrerebbe, ma in questo è l’assenza di ingenuità di cui sopra. Attraverso una semantica del colore così radicale, Veronica Montanino propone un profondo discorso filosofico (in ciò raffinatamente culturale) e un antidoto a ogni artificiale costruzione nichilista presente nei vari saperi e nelle varie erudizioni.
Il discorso prosegue nelle sale di palazzo Cesarini Sforza adibite a contenere le esposizioni. Sorprendentemente la proposta dell’artista si alloca ancora una volta in orizzontale, decostruendo la consueta relazione che osservatore e opera d’arte intrattengono negli spazi chiusi. Si dovrà guardare per terra, la distanza tra l’occhio e l’opera sarà l’altezza di ciascuno, non ce ne sarà una preferenziale, un punto di vista privilegiato che non sia la combinazione tra la posizione che si sceglie di prendere e i centimetri che natura ci ha dato; stemperata ogni attitudine anche vagamente contemplativa.
Trattenuta da una teca di vetro (abitualmente a protezione dell’antica pavimentazione), di cui sfrutta trasparenze, opacità, luci e ombre, Tritonia è un collezione di germinazioni, efflorescenze, concrezioni direttamente emerse dal lastricato della stanza. Un mare sommerso e vivo che si fa visibile, portando con sé i suoi tesori. Ritiratosi, della sua natura liquida lascia su oggetti multiformi solo le impronte cromatiche, scie e pellicole luminescenti. Il loro potere è quello di de-oggettivare forme e funzioni, innescando un rimando di sensi continuo. La tentazione di riconoscere ogni singola parte sarà forte almeno quanto il desiderio di lasciarsi andare alla nuova realtà delle cose. Un modo per allargare i propri spazi mentali, per guardare il teatro del mondo e noi stessi, come nelle wunderkammer di storica memoria.
L’arte è per definizione e per sua natura la nostra “stanza delle meraviglie”.
L’intervento è realizzato in collaborazione con lo Studio d’Arte Campaiola, Roma.