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Aprilia, incendio ex dogana: “Non è stato fatto nulla per bonificare”

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Prima di esprimere un’opinione a caldo, mentre le polveri dell’incendio all’ex Freddindustria si disperdevano nell’aria e si depositavano a terra, abbiamo ritenuto opportuno aspettare almeno le prime verifiche e le prime certezze per dire la nostra.

Ora sappiamo di avere avuto fortuna: secondo i primi accertamenti, nei capannoni bruciati non c’era amianto.

Allora, respireremo solo i veleni sviluppati dall’incendio e la nostra amministrazione si mostrerà preoccupata giusto il tempo di dirci di tenere chiuse le finestre, prima di dimenticare, come già accaduto con il precedente disastro alla Loas.

Forse, barricarci in casa non è più sufficiente: è ora di ragionare complessivamente sulla trasformazione dei territori in una discarica diffusa, sull’uso insensato di suolo, sulle finte transizioni ecologiche tanto di moda che non cambiano nulla, su un sistema che somiglia sempre più ad una immensa presa in giro, dove si privatizzano profitti immensi per pochi e si pubblicizzano i costi, anche ambientali, per tutti gli altri.

Quanto accaduto non è colpa del destino.

Si sapeva che Freddindustria fosse una discarica, che in alcuni capannoni ci fosse la possibile presenza di amianto; si sapeva che l’area era stata interessata da progetti di recupero che avrebbero sostituito cemento ad altro cemento.

Non si è fatto nulla per bonificare ed è intollerabile lo scaricabarile tra istituzione e proprietà per la pulizia e messa in sicurezza dell’area, mentre sappiamo che situazioni simili sono presenti su tutto il territorio cittadino, frutto di una crisi economica, industriale e sociale, ma anche di un’assenza e distrazione da parte degli enti preposti al controllo e gestione della salute pubblica.

Questa devastazione è il risultato di una ricerca cieca del profitto, di una incuria reiterata nel tempo, di indifferenza ai bisogni della collettività.

Basta con gli appelli alla buona volontà e al senso civico di cittadini e politici: serve una gestione pubblica e senza profitti dei servizi (rifiuti, sanità, scuola) una gestione e cura del territorio orientata solo all’interesse collettivo, un piano regolatore a consumo suolo zero.

Altrimenti, non ci rimarrà che aspettare il prossimo disastro e chiudere nuovamente le finestre.

L’ASSEMBLEA DI UNIONE POPOLARE APRILIA

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