Inchiesta “Assedio”: bocche serrate, nessuno parla davanti al Gip del Tribunale di Roma. Ieri gli interrogatori a carico dei destinatari delle ordinanze di custodia cautelare notificate lo scorso mercoledì mattina dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e dalla Dia di Roma, nell’ambito di una nuova operazione della Direzione Distrettuale Antimafia che ha visto coinvolte le città di Aprilia e Latina. All’appello manca ancora il capo dell’organizzazione, Patrizio Forniti, latitante assieme alla moglie già dallo scorso luglio, quando nel corso della prima operazione “Assedio” finirono in manette il sindaco di Aprilia, Principi, ed altre 22 persone, e venne sciolto il consiglio comunale. L’organizzazione, infatti, per fare affari si avvaleva dei contatti all’interno dell’Amministrazione Comunale.
Ieri, 5 dei destinatari delle ordinanze cautelari, – alcuni sentiti da remoto – non hanno risposto alle domande del Gip: si tratta di Luca De Luca, Marco Antolini, Luigi ed Antonio Morra e di Nabil Salami. Sono, invece, ai domiciliari, Giuseppe Carannante ed Andrea Sultan Mohamed.
Gli inquirenti, con questa nuova inchiesta, hanno confermato la presenza ad Aprilia di un’associazione per delinquere di tipo mafioso. Il denaro dell’organizzazione veniva riciclato tramite il ristorante “Da Giovannino” al Lido di Latina e la società “Plastic”, un’azienda fittizia con sede ad Aprilia.
In Comune, ad Aprilia, intanto, il lavoro della Commissione d’Accesso, potrebbe concludersi tra poche settimane e, con gli elementi emersi nel corso della nuova operazione di mercoledì, non è escluso che si arrivi allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. La Commissione, infatti, ha il compito di accertare eventuali connessioni tra l’Amministrazione Comunale e la criminalità organizzata ed eventuali condizionamenti sull’affidamento di gare d’appalto ed anche sulle assunzioni.