Bonifica del sito di proprietà della Ecoimballaggi di Aprilia: “Cosa aspetta il Comune? è una bomba ecologica ad orologeria”. A riportare d’attualità il tema, a quasi quattro anni dal sequestro dell’area (avvenuto il 29 gennaio del 2019), sono Carmen Porcelli de La Città degli Alberi, Rosalba Rizzuto di Aprilia Libera ed Andrea Ragusa dei Cittadini Pentastellati – Grillini Apriliani. “E’ giunta l’ora di bonificare quel sito dai rifiuti, – scrivono – prima che avvenga quanto già accaduto alla Eco X di Pomezia o alla Loas di Aprilia”, riferendosi ai devastanti incendi degli anni passati. Le attività di ripristino delle condizioni di sicurezza del sito sarebbe dovuti iniziare già due anni fa, “ma nulla è cambiato – denunciano Porcelli, Rizzuto e Ragusa – migliaia di metri cubi di rifiuti, stipati abusivamente nei capannoni e sul piazzale, giacciono ancora come una bomba ecologica ad orologeria attivata e in attesa di una bonifica”. All’attuale assessora all’ambiente, Michela Biolcati Rinaldi, viene chiesto di comunicare lo stato di avanzamento dei lavori.
“Risale al 29 gennaio 2019 il sequestro preventivo, effettuato dalla Polizia Locale di Aprilia, del capannone e relativo piazzale appartenente alla Società Gruppo Ecoimballaggi S.r.l.
Il sequestro, confermato qualche giorno dopo dal Tribunale di Latina, si era reso necessario in considerazione della quantità di rifiuti presenti nell’area di proprietà della suddetta società, della modalità di stoccaggio degli stessi, nonché della mancanza di documentazione giustificativa a supporto dell’attività di gestione dei rifiuti.
Al sequestro del sito era seguita, il 15 maggio 2019, la diffida della provincia di Latina dal continuare a condurre l’attività in difformità alle norme tecniche vigenti, nonché a rimuovere i rifiuti dai piazzali esterni ed al ripristino delle quantità previste dall’autorizzazione AUA ricevuta l’11 ottobre 2016.
Il successivo 30 luglio 2016, perdurando la situazione, al fine di prevenire fenomeni di inquinamento e di incendio, era intervenuta un’ordinanza del Sindaco (la numero 224) che prevedeva, tra le altre cose, che la Società entro il 15 giorni mettesse in campo tutte quelle azioni previste dalla legge, al fine di prevenire eventuali incendi e l’inquinamento delle matrici ambientali, a garanzia del sito, del contesto circostante e della incolumità pubblica.
La Società, sempre in base all’ordinanza, avrebbe dovuto comunicare, sia al comune, che all’ARPA, le date d’inizio e di termine delle attività previste nell’ordinanza stessa. Sempre nell’ordinanza, si legge che; in caso di non ottemperanza a quanto previsto, si sarebbe proceduto alla denuncia all’autorità giudiziaria (a norma dell’articolo 650 C.P.), nonché all’esecuzione d’ufficio, con successivo recupero dei costi.
L’ordinanza, a quanto pare, rimase lettera morta e la Provincia, su richiesta del Comune, si attivò per l’esecuzione e per l’escussione della polizza fidejussoria, incassando 50.050 euro, che riversò nelle casse comunali per pagare le attività di ripristino delle condizioni di sicurezza del sito.
Il Comune, il 10 aprile 2020, affidò alla Cogea S.r.l, l’incarico delle attività di caratterizzazione, classificazione e quantificazione dei rifiuti presenti presso il sito della Ecoimballaggi, pagando la somma complessiva di 10.345,60 euro.
La Società Cogea avrebbe dovuto redigere e presentare al Comune una relazione tecnica e relativo computo metrico, comprensiva di documentazione fotografica, entro 20 giorni, documentazione questa propedeutica all’inizio dell’operazione di bonifica.
Sono trascorsi più di due anni dalla consegna di quella relazione al Comune da parte della Cogea e quasi quattro anni dal sequestro, ma nulla è cambiato sul sito della Ecoimballaggi, dove migliaia di metri cubi di rifiuti, stipati abusivamente nei capannoni e sul piazzale, giacciono ancora come una bomba ecologica ad orologeria attivata ed in attesa di una bonifica.
In passato, anche il Consorzio Industriali (CIAP) aveva rappresentato le proprie preoccupazioni, non solo per i rischi ambientali, ma anche per i possibili danni che un incendio di rifiuti potrebbe provocare, in virtù della vicinanza del sito con una condotta del gas.
A questo punto, chiediamo all’attuale assessore Biolcati Rinaldi, – che già rivestiva questo ruolo sia l’atto del sequestro del sito, che dell’assegnazione alla Cogea dell’incarico di effettuare la caratterizzazione dell’area -, visto che in caso di incendio, come è già accaduto per la Eco X o per la Loas, a pagarne le spese è sempre la popolazione, di comunicare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica, che ad occhio sembrano fermi, pubblicando anche eventuali documenti e relazionando come si intende spendere i quasi 38.000 € mila euro avanzati dall’incasso della polizza fidejussoria, stornati dell’incarico affidato alla Cogea.
Come spesso ci capita di mettere in evidenza, sono le azioni concrete a fare la differenza, non quelle di facciata. Dopo quattro anni, sarebbe giunta l’ora di bonificare quel sito”.