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Caporalato, “Puntare attenzione su diritti e dignità del lavoro”

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Sull’operazione contro il Caporalato eseguita a Latina la scorsa settimana  l’intervento di Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista ad Aprilia.

“Caporalato, gli arresti di alcuni giorni fa facevano parte di un’organizzazione capace, grazie alla connivenza di chi avrebbe dovuto vigilare sulla legalità del mondo del lavoro, di monopolizzare l’intero settore del lavoro agricolo non solo a Latina, ma anche nelle province di Roma, Frosinone e Viterbo. I sei arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, all’estorsione, all’autoriciclaggio, alla corruzione e ai reati tributari con l’aiuto di un sistema di protezione e collusione che rendeva possibile lo sfruttamento selvaggio della manodopera straniera.  Vi sono ulteriori 50 indagati, tra cui imprenditori agricoli, commercialisti, funzionari ed esponenti del mondo sindacale, che avrebbero dovuto vigilare sulla legalità nel mondo del lavoro e tutelare i lavoratori.

Il settore agricolo è ancora il comparto in cui si registra la più elevata incidenza di fenomeni di evasione ed elusione fiscale e contributiva in modo particolare nel Lazio. Nella nostra provincia si concentra la percentuale più elevata di lavoratori in agricoltura (16,5 mila unità) e di conseguenza di lavoratori in nero nel settore. Questo va unito ad un aumento degli incidenti sul lavoro dell’11% in provincia di Latina nell’ultimo anno.

Questo “corto circuito” tra imprenditori che guardano miopemente solo al loro profitto immediato, ispettori del lavoro che non svolgono il loro ruolo di controllo e sindacati (che malgrado gli errori e le complicità degli ultimi decenni, essi sono l’unico strumento di tutela collettiva dei lavoratori) non è nuovo. Il lavoro in nero, quello irregolare e la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore terziario, nelle piccole imprese sono “piaghe” che hanno sempre afflitto il nostro territorio ben prima della crisi economica e dell’inizio dell’immigrazione.

La riduzione delle tutele dei lavoratori, la trasformazione di cooperative da organizzazioni dei lavoratori  a strumenti della deregolamentazione del mercato del lavoro e quindi di sfruttamento , l’introduzione di leggi sull’immigrazione che una dopo l’altra non hanno fatto che aumentare il numero degli sfruttati e la decennale crisi di sistema del capitalismo, non solo italiano, hanno incrementato  il fenomeno .

  Un altro fatto gravissimo è che molti lavoratori venivano reclutati nei CAS, Centri di accoglienza straordinaria che accolgono in prima istanza chi arriva via mare. Non è il primo caso di migranti che ospitati nel sistema dell’accoglienza vengono sfruttati come lavoratori in nero tra la complicità o la non noncuranza di chi dovrebbe vigilare ed assistere al loro inserimento nella società italiana. Questo ultimo esempio, insieme ai numerosi casi di malversazioni tra chi è responsabile di queste strutture, rende indispensabile un serio monitoraggio e potenziamento di questi centri invece di una loro continua demonizzazione e depotenziamento a suon di slogan populisti, atteggiamento che può solamente consegnare  i migranti nelle mani dello sfruttamento e della criminalità.

Nell’esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori sfruttati vogliamo riportare in primo piano, invece dei deliri securitari e “della guerra tra ultimi”a beneficio dei primi, la tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori con  la sicurezza su e del posto di lavoro, del welfare, e il diritto ad avere uno stipendio adeguato”.

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