In merito alla intervista rilasciata a Raffaella Patricelli pubblicata sull’edizione del 12 marzo de “Il Messaggero di Latina”, la consigliera comunale Carmen Porcelli interviene e dichiara quanto segue:
– Ho letto con molto interesse le opinioni personali dell’avvocato Antonio Martini, legale di fiducia del sindaco Terra, espresse sulla vicenda dei rimborsi ottenuti dal Comune di Aprilia e che hanno dato luogo da parte della Squadra Mobile della Questura di Latina nei confronti del suo cliente, nonché di altri due ex amministratori, di indagini che hanno portato il pubblico ministero Miliano a formulare reati quali il falso ideologico e la truffa ed apprezzo da parte sua la disponibilità a rinunciare agli incarichi, che sarebbero due, che l’avvocato ha ricevuto per conto dell’amministrazione;
– Si tratta, però, come detto di opinioni personali che il legale rilascia anche in merito ai rapporti che lo stesso legale ha con il sindaco Terra, nei confronti del quale non risparmia stoccate: l’avvocato Martini sostiene che quanto riportato in consiglio comunale dal sindaco, e cioè che il legale avrebbe riportato importi inferiori nella sua dichiarazione dei redditi relativamente alle parcelle, non corrisponderebbe al vero e che quella affermazione sarebbe ascrivibile ad un difetto di espressione di Terra. Ovviamente queste vicende, compresi i messaggi sibillini dell’avvocato, riguardano eventualmente i rapporti che il sindaco e l’avvocato di fiducia della azienda di cui era socio il primo cittadino e non la città di Aprilia, parte lesa in questa vicenda se le ipotesi di reato formulate dal pubblico ministero, e contenute nel mio esposto, dovessero trovare conferma. Ai cittadini di Aprilia, piuttosto, preme sapere se in questa vicenda delle refusioni legali ci siano stati comportamenti contrari alla buona amministrazione in una vicenda che non ha una rilevanza pubblica perché riguarda un rapporto privato tra il sindaco e l’ente;
– Per quanto riguarda la causa del comune di Aprilia contro la Andreani Tributi, gli impegni di spesa determinati dal servizio avvocatura nei confronti dell’avvocato Martini corrispondono i seguenti impegni di spesa:
Determinazione numero 20 del 15 marzo 2016 avente ad oggetto “Avv. Antonio Martini: impegno di spesa per pagamento contributo unificato giudizio dinanzi al Consiglio di Stato” per un importo di 9.000,00 euro
Determinazione numero 114 del 17 dicembre 2015 avente ad oggetto “Avv. Antonio Martini impegno di spesa per pagamento prestazione relativa ad incarico professionale (…) giudizio dinanzi al Consiglio di Stato” per un importo di 16.317,32;
Determinazione numero 115 del 17 dicembre 2015 avente ad oggetto “Avv. Antonio Martini impegno di spesa per pagamento prestazione relativa ad incarico professionale conferito con disposizione sindacale (…) giudizio dinanzi al Tar Lazio per un importo 25.308,44;
Al di là del dato curioso, lo stesso giorno il servizio avvocatura liquida all’avvocato la prestazione per il Consiglio di Stato (numero 114 del 17 dicembre 2015) e poi per il Tar (numero 115 del 17 dicembre 2015) ci sarebbe da chiedere seguendo quale logica, sia per la cronologia che l’importo totale delle due determinazioni, nella determinazione n. 20 è scritto testuale che l’avvocato “ha dichiarato di rinunciare ai compensi dovuti per la fase di merito per cui l’incarico conferito deve intendersi a titolo gratuito” ma “di dare atto che per iscrivere la causa a ruolo è necessario pagare il contributo unificato per l’importo di euro 9.000,00 in favore dell’avvocato Martini che provvederà all’adempimento entro la data dell’08 aprile rimettendo a questo servizio la documentazione attestante l’avvenuto pagamento”. A questo punto come mai l’avvocato accetta a titolo gratuito di difendere il Comune su una causa così rilevante? Chiederò gli atti di liquidazione per capire quanto l’ente abbia corrisposto al professionista.
A quanti hanno attribuito alla inchiesta della procura definizioni quali “illazioni a scopi diffamatorio” vorrei ricordare che esiste una responsabilità giudiziaria che andrà accertata nelle sedi opportuni, ed una politica che riguarda le modalità di gestione della cosa pubblica secondo i principi della legalità e della trasparenza alla quale nessun politico può sottrarsi. Politicamente il dato è molto semplice: il comunicato stampa emesso immediatamente dopo la notizia del sequestro preventivo e dell’avviso di garanzia è stata una difesa incondizionata del primo cittadino, difesa divenuta “a condizione di” in consiglio comunale dove le liste che sostengono il primo cittadino non sono state in grado di portare un documento. A dimostrazione del fatto che la vicenda sembra meno limpida di quel che credevano