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Chiedevano soldi in cambio di protezione: i Carabinieri di Frascati arrestano 3 persone per estorsione aggravata.

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Chiedevano soldi in cambio di protezione: i Carabinieri di Frascati arrestano 3 persone – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – per estorsione aggravata in concorso. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo della cittadina castellana, erano partite dalla denuncia presentata da un imprenditore di Ciampino, esasperato dalle continue richieste di denaro in cambio di una paventata protezione. Il calvario dell’uomo iniziò nel settembre 2017 quando si diffuse la notizia che gli sarebbe stato riconosciuto un cospicuo risarcimento assicurativo per una vicenda personale di qualche anno prima.

Avvicinato da uno degli arrestati, già noto alla giustizia e inspiegabilmente a conoscenza del risarcimento che avrebbe dovuto ottenere, la vittima si era sentita offrire la “protezione” contro eventuali malintenzionati.

A fronte di un iniziale rifiuto, per tutto il mese di settembre, insieme ai suoi sodali, l’aguzzino aveva dato inizio a un vero e proprio pedinamento, sia sotto l’abitazione della vittima, sia davanti alla sua attività imprenditoriale a Ciampino passando all’aggressione fisica e arrivando a minacciare l’uomo e la sua famiglia.

Costretto, a quel punto, a consegnargli 20mila euro, a marzo dell’anno successivo l’aguzzino è tornato alla carica pretendendo altri 2500 euro. Inutile, per l’uomo, cambiare telefono, casa, addirittura smettere di recarsi nella sua attività che prima gestiva personalmente.

Rintracciato e nuovamente minacciato dall’aguzzino insieme ai due complici finiti con lui in manette, l’uomo ha trovato il coraggio di denunciare ai carabinieri che hanno arrestato i tre.

“La peculiarità della minaccia esplicitata inizialmente sotto forma dell’offerta di protezione da ipotetici personaggi che potrebbero far molto male a lui e alla sua famiglia, poi mano mano nelle forme più esplicite che si sono evidenziate, tali da farlo cedere alla pretesa – si legge nell’ordinanza della Procura – sono fortemente evocativi di condotte illecite coltivate in ambiti criminali organizzati, tanto più se riguardati sul piano dei comportamenti che ne sono seguiti da parte della vittima, che si è allontanata dalla palestra dove lavora, ha cambiato ripetutamente utenze e cercato in ogni modo di far perdere le proprio tracce, addirittura trasferendosi unitamente alla famiglia”.

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