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Comparto agricolo,manca la forza lavoro: Confagricoltura Latina lancia l’allarme

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La mancanza di forza lavoro rischia di compromettere, seriamente, l’intero comparto agricolo della provincia di Latina. E’ un’emergenza. A rilanciare il tema è Confagricoltura Latina per voce di Luigi Niccolini e Mauro D’Arcangeli, rispettivamente presidente e direttore dell’organizzazione agricola. “La situazione – spiegano gli esponenti di Confagricoltura Latina – è di piena emergenza con una criticità evidente perché le imprese continuano a cercare, inutilmente, personale da impiegare nei campi anche a causa dei problemi legati alla pandemia e dunque alle assenze per contagi o quarantene”. Nel periodo della potatura e della messa a dimora di nuovi impianti per esempio nel settore vitivinicolo o nei frutteti, preoccupa la mancanza di trattoristi o potatori così come – sempre per l’intero comparto, si registra la carenza di figure di operai, anche tecnici, che si occupino degli impianti di irrigazione o di quelli per la mungitura o della semplice manutenzione del verde. Una situazione, quella segnalata da Confagricoltura Latina, che si presenta in tutta Italia “ma nel territorio pontino – spiega Niccolini – dove il settore agroalimentare è fondamentale e conta migliaia e migliaia di addetti siamo, va ripetuto, in piena emergenza. L’intero comparto può occupare nel nostro territorio e a pieno regime anche 20mila addetti su oltre 7mila aziende agricole, parliamo di numeri importantissimi. Siamo preoccupati per questo momento ma guardiamo anche al futuro quando nei campi ci sarà bisogno di personale per la raccolta degli ortaggi, della frutta o per la vendemmia e la raccolta del kiwi”. “Nonostante le attività di formazione per procedere con la professionalizzazione di nuove figure – prosegue il direttore D’Arcangeli – continuiamo a registrare una mancanza di personale, anche di braccianti agricoli che sta mettendo in ginocchio moltissime aziende. Questa mancanza è dovuta alla situazione pandemica che ha cambiato considerevolmente il mondo del lavoro e questo, ovviamente, si fa sentire particolarmente in un territorio come il nostro che ha bisogno di manodopera anche straniera: tra i problemi legati ai vaccini e la scelta di alcuni operai di cambiare settore, puntando ad esempio su altri comparti anche all’estero o preferendo in alcuni casi il reddito di cittadinanza, le imprese sono impossibilitate a trovare una risposta alla richiesta di personale. Anche il Fislas, come ente bilaterale – sottolinea D’Arcangeli – può fare la sua parte ma serve un interscambio con gli altri enti, occorrono uffici di collocamento funzionali al comparto agricolo nell’ambito di una attività generale di intermediazione che può aiutare anche ad arginare fenomeni di attività illecite nel mondo del lavoro”.

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