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Coronavirus: 300 mila test sierologici nel Lazio a partire da questo lunedì. E’ la più grande indagine di sieroprevalenza in Italia.

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Coronavirus: 300 mila test sierologici nel Lazio a partire da questo lunedì. La Regione Lazio dà il via alla più grande indagine di sieroprevalenza in Italia (TUTTE LE INFO DELLA CONFERENZA STAMPA). Saranno coinvolti personale sanitario, appartenenti alle Forze dell’Ordine, ospiti e dipendenti delle RSA, su base volontaria. Tutti i dettagli sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa all’Istituto “Spallanzani” di Roma, dal Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, e dal direttore scientifico dello Spallanzani, il Dottor Giuseppe Ippolito. 

“I test di siero prevalenza – hanno spiegato – saranno rivolti ai soggetti più a rischio, che sono in prima linea in questa emergenza sanitaria e verranno effettuati sulla base di valutazioni di carattere scientifico”. L’attività durerà circa 30 giorni. “Questi test sierologici porteranno ad una mappatura importante – ha spiegato il Presidente Zingaretti – facilitando anche l’individuazione di eventuali contagi nel più breve tempo possibile”. “Verificheremo la circolazione del virus, – ha aggiunto D’Amato – ed individueremo in modo precoce i soggetti asintomatici”.

“Da lunedì inizia una nuova fase nello sviluppo delle strategie di contrasto al coronavirus con una indagine attraverso i test sierologici che servirà per aprire una stagione in sicurezza. – ha commentato il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti – Questi test sierologici porteranno ad una mappatura importante – ha spiegato Zingaretti – facilitando anche l’individuazione di eventuali contagi nel più breve tempo possibile potendo così intervenire con più rapidità.

Oltre all’indagine con i test sierologici, sarà obbligatorio il vaccino antinfluenzale per i cittadini over 65 – ha ricordato Zingaretti – una scelta sempre per garantire il contrasto al virus e all’insegna della sicurezza per i cittadini più a rischio”.

“Da lunedì nel Lazio partiamo con il più importante test di sieroprevalenza a livello nazionale, che nasce da presupposti scientifici validati all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma nelle scorse settimane. Questo test è rivolto innanzitutto ai soggetti maggiormente esposti nella battaglia contro il coronavirus. Oggi sono 100 giorni da quando questa battaglia è iniziata. – ha detto l’assessore D’Amato – Partiremo lunedì e l’attività durerà almeno 30 giorni. Noi abbiamo una capacità produttiva dei nostri laboratori nel processare i test sierologici di 10mila unità al giorno. E contiamo già intorno al 25 di questo mese di avere i primi risultati”, ha evidenziato D’Amato.

Un secondo step partirà invece una settimana dopo “e riguarderà i laboratori autorizzati, sono 172 a livello regionale, con la stessa tecnica del prelievo venoso”, ha aggiunto. Il cittadino potrà accedervi “con la prescrizione del medico curante. Ci si potrà recare in questi laboratori e ci sarà l’esecuzione del test”.

Verrà fatto il test sierologico “che sarà in prevalenza venoso, ma in particolari circostanze come gli istituti penitenziari avverrà con modalità di prelievo capillare – ha proseguito l’assessore – In caso di positività il soggetto verrà sottoposto immediatamente a tampone nasofaringeo. Se l’esito del tampone è negativo, vorrà dire che il contatto con il virus è avvenuto in passato. In caso sia positivo, il soggetto va posto in isolamento dal medico curante”.

“Cosa ci aspettiamo da questa indagine? Pensiamo che si confermerà il tasso di circolazione” del coronavirus Sars-CoV-2 “basso in regione e contiamo di stare intorno al 3%, se quanto abbiamo visto finora sarà confermato da questo test. Ci attendiamo anche un 1% di soggetti asintomatici” ha spiegato D’Amato.

L’aspettativa dell’assessore è quella di riuscire a intercettare una fetta di asintomatici, “e su questi la somministrazione del test molecolare ci consentirà di anticipare e cogliere in maniera prematura l’attività virale in corso. Questo test avrà dunque una doppia connotazione: da un lato una grande indagine epidemiologica per verificare la circolazione del virus, dall’altro anche un’attività di individuazione precoce di soggetti asintomatici che stanno sviluppando il virus”. E’ “una metodologia che abbiamo sperimentato in alcuni focolai e in ambienti ospedalieri”, ha spiegato. Con i numeri programmati “ci aspettiamo un dato di qualità”.

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