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Covid. Omceo Roma: “Lazio arancione? Da terapie intensive brutti segnali”

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“Il Lazio arancione? Purtroppo stanno aumentando le terapie intensive e i ricoveri, così come aumentano le persone in isolamento a casa. Non è un bel segnale”. Risponde così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, interpellato dall’agenzia Dire sul rischio di un eventuale cambio di colore del Lazio, da giallo ad arancione, la prossima settimana.

Ma cosa ne pensa dell’ipotesi di lockdown ‘soft’, con zone rosse per tutta Italia nei fine settimana? “Andrebbero benissimo- risponde Magi alla Dire- non possiamo fermare di nuovo il Paese con un lockdown totale se tanto non abbiamo i vaccini. Il lockdown vero e proprio avrebbe avuto un senso se avessimo potuto vaccinare tutti”.

 Medici per vaccinazioni ci sono, mancano dosi

 “Grazie a una estensione dell’accordo, a stretto giro potranno vaccinare anche gli odontoiatri e tutti i medici specialisti delle Asl. Si sta quindi ampliando l’offerta dei professionisti che potranno inoculare il vaccino. Lo avevamo già detto che i medici ci sarebbero stati, ma il problema rimane la scarsità delle dosi”. Così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, intervistato dalla Dire.

“Approfittiamo almeno di questi 20 giorni dall’arrivo dei vaccini per organizzare al meglio le risorse- prosegue- non perdiamo altro tempo prezioso, facciamoci trovare pronti”.

Intanto “sta migliorando” la consegna dei vaccini tra i medici di medicina generale, nel senso che “mano a mano si sta semplificando la parte informatica- fa sapere Magi- e anche il ritiro del vaccino, perche’ si trova quello che e’ stato ordinato. Rimane sempre però qualche disfunzione e le dosi sono poche”. In più, aggiunge ancora Magi, “so di molti colleghi che si mettono le fiale vuote in tasca pur di non lasciarle negli studi, perché sono loro i responsabili e perché devono riconsegnare personalmente”.

Sul fronte invece delle somministrazioni ai medici, “la Regione Lazio ha vaccinato tutto il personale sanitario, ma non ancora tutti i medici liberi professionisti: ne mancano all’appello circa 7.500, un po’ più della metà di quelli che devono ricevere il vaccino”.

“Li stanno chiamando molto lentamente- fa sapere- alcune Asl non hanno neppure iniziato a farlo. Manca una regia comune”.

Alcuni medici liberi professionisti con patologie, inoltre, non hanno potuto vaccinarsi con AstraZeneca e “non c’è ancora un protocollo per richiamarli successivamente”, conclude Magi.

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