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Francesi, germanici, latini: le tipologie dei semi di carte

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Quanti tipi di carte da gioco esistono? E quanti simboli appaiono sui vari mazzi? Le carte hanno fatto la loro prima apparizione oltre un millennio fa e inizialmente non avevano significati particolari. Solitamente i semi che contraddistinguono le carte sono 4, ma non sempre la loro origine è stata specificata. L’importante è che ci sia una varietà di simboli funzionali ai vari giochi che si possono realizzare. I mazzi più comuni sono indubbiamente quelli francesi, con 13 carte per ogni seme, per un totale di 52 unità. Cuori e quadri rossi e fiori e picche neri sono i semi, che appaiono anche sulle figure. Semplicemente rossi o neri possono essere invece i jolly, rappresentati dai giullari in quanto solo loro erano legittimati a prendere in giro il re e la regina.

Inutile sforzarsi più di tanto per trovare chissà quale senso nascosto. I fiori e le picche si riferiscono a specifici tipi di foglie che si trovano in Germania, mentre cuori e quadri non sembrano indicare niente di particolare, anche se qualche studioso ritiene ancora oggi che i fiori rappresenterebbero il fuoco, le picche la terra, i cuori l’acqua e i quadri l’aria. Quelli francesi sono universalmente riconosciuti come i semi per eccellenza, tanto che vengono impiegati anche per mazzi di carte con figure alternative o a scopo parodistico (l’ultimo caso è rappresentato dalle carte che raffigurano i generali russi). Diversi i semi delle carte germaniche, dove rimane traccia dei soli cuori, che si accompagnano infatti a campanelli, foglie e ghiande. I mazzi tedeschi non vengono impiegati solo dalle parti di Berlino, comunque: anche in Italia, Slovenia, Repubblica Ceca o Croazia, ad esempio, è possibile reperirne degli esemplari.

Più chiaro, invece, il significato relativo ai semi latini, quelli che è possibile apprezzare sulle carte regionali italiane e non solo. In questo caso si parla di ori, coppe, bastoni e spade, che riguardano le classi sociali dell’epoca medievale. Gli ori sono associati ai mercanti, le coppe al popolo, le spade ai guerrieri e i bastoni agli agricoltori. Riferimenti ad usi e costumi del tempo sono evidenti negli abiti con i quali sono vestiti i personaggi presenti nelle figure. Nello sfondo del 5 di spade, tra l’altro, è presente una chiara scena di vita rurale. Le carte regionali contano meno unità rispetto a quelle francesi. In totale sono 40, perché gli 8, i 9 e i 10 non sono presenti sotto forma di numeri, ma all’occorrenza vengono sostituiti rispettivamente dalla donna, dal fante e dal re.

I vari mazzi di carte vengono visti oggi anche come oggetto di collezionismo. I mazzi più datati venivano realizzati in maniera del tutto artigianale, il che ne aumenta evidentemente il valore. Si narra addirittura che la tecnica di incisione del legno che favorì la stampa sia stata sviluppata proprio per creare le carte da gioco. Le carte francesi hanno conosciuto una diffusione importante anche per i costi esigui della stampa dei relativi simboli. Le colorazioni a tinta unita facevano sì che l’impiego della xilografia si rendesse obbligatorio solo per le figure.

La xilografia fu abbandonata con l’arrivo della litografia, che abbatteva ulteriormente i costi. All’inizio del XX secolo sopraggiunse poi la cromolitografia che permetteva di produrre le carte senza doverle colorare a meno. Alcuni giochi sono stati praticati dunque solo con le incarnazioni più recenti delle carte. Se si pensa che l’origine del burraco risale agli anni ’40, appare evidente che nessuno vi abbia mai giocato con dei mazzi realizzati a mano. Va da sé che le carte più antiche sono quelle più ricercate e attenzionate dagli studiosi non solo per la loro storia, ma anche per l’aspetto manifatturiero.

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