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Giorno della Memoria. L’intervento del Consigliere comunale di Aprilia Federico Cola

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Giorno della Memoria. L’intervento del Consigliere comunale di Aprilia Federico Cola.

“Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. Istituita con la risoluzione n. 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, simbolo dello sterminio, della prepotenza e dell’odio antisemita.

L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma gli orrori, l’infinito dolore di uomini e donne, colpevoli di essere solamente umani.

L’Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nello stesso giorno, alcuni anni prima della corrispondente risoluzione delle Nazioni Unite: essa ricorda non solo le vittime dell’Olocausto, ma altresì di coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista.

L’Italia è stato uno dei primi paesi al mondo a voler istituire tale giornata commemorativa in ricordo delle vittime e delle persecuzioni fasciste e naziste, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, affinché non sbiadisse mai il ricordo sia di coloro che perirono nella battaglia per la libertà, che di tutti quelli che si impegnarono attivamente per portare pace e prosperità dopo gli orrori della guerra.

Oggi più che mai i tristi ricordi del passato tornano a bussare alle porte della nostra democrazia, con un sonoro monito: non abbassare mai la guardia!.

Il 2019, grazie anche alle numerose testimonianze di coloro che in prima persona hanno sofferto i patimenti di quelle barbiere, una tra tutti della Sen. Segre, ha riacceso l’attenzione sull’importanza di non cedere all’indifferenza, sulla centralità della volontà di costituire una società solidale e alleata contro il virus dell’odio. Un’indifferenza che costituisce ancora oggi, proprio come ieri, l’anticamera del disprezzo e delle ostilità verso il diverso, verso l’ultimo.

Nessun passo in avanti può concretamente farsi senza la consapevolezza che ogni nostra azione, quasi coralmente, deve essere indirizzata necessariamente alla tutela del più debole, al nostro vicino, a quell’ultimo che nel passato veniva deriso ed umiliato, spogliato della sua dignità e che oggi invece deve essere preservato, difeso e protetto. Quella società che un tempo offendeva, oggi deve proteggere.

I campi di concentramento oggi ancora esistono e sono fatti di parole, di gesti, di azioni che adesso abbiamo la fortuna di saper riconoscere e disprezzare, mettere in quarantena e debellare.

Grazie a coloro che hanno subito quel disprezzo oggi siamo più forti. E l’unico modo di difendere quella memoria, oggi, e quindi di onorare quel sacrificio è non dimenticare.

Quel nemico che viene dalla storia che chiamiamo con il nome di discriminazione non è solo figlio di quel tempo, confinato in un determinato momento storico, ma è ancor’oggi presente, riflesso in azioni che dobbiamo ostinatamente tentare di fermare.

Allora il mio pensiero va a coloro che, dando la propria vita e ricordo in particolare Piero Terracina che da poco c’ha lasciato, c’hanno donato la consapevolezza che tutto è sempre in un fragile e precario equilibrio. Dunque, spetta a noi agire, a tutti noi, a tutti i giovani. Siamo vigili! Nelle scuole o nei luoghi pubblici, dove assistiamo sempre più spesso ad episodi di violenza. Testimoniamo che l’unica strada percorribile è quella della collaborazione e della cooperazione, in modo da conservare nel futuro la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e dell’Europa, affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

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