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Guerra in Ucraina, nonnismo al Comani: l’ex dell’Aeronautica Giulia Schiff è al fronte. A Le Iene dice: “Non sono una mercenaria, a Kiev per gli indifesi”

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Resistenza in Ucraina, anche Giulia Jasmine Schiff, 23 anni, residente a Mira (VI), è partita per la prima linea del fronte. La notizia gira da un paio di giorni, la giovane l’ha raccontato ieri a “Le Iene” direttamente dall’Ucraina. La 23enne nel Gennaio 2019 aveva vinto il concorso per l’ammissione come allieva ufficiale di complemento dell’Aeronautica, entrando all’Accademia di Pozzuoli, e compiendo il tirocinio alla Scuola di volo a Latina. Nella sede pontina denunciò pesanti atti di nonnismo (girò anche un video in rete e su trasmissioni Rai e Mediaset), con tanto di richiami e punizioni, vicende poi conclusesi con l’allontanamento dalla scuola per diventare pilota militare. Secondo la 23enne, infatti, dopo le denunce fu espulsa dall’Aeronautica. Un’esclusione motivata ufficialmente per la sua “inattitudine militare e professionale”. Dopo i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, Giulia è stata poi condannata a pagare le spese processuali. Un processo è attualmente in corso, tra gli imputati 8 sergenti accusati di lesioni personali pluriaggravate in concorso.

Nei giorni scorsi, Giulia Schiff è invece partita per Kiev (come lei stessa ha raccontato a “Le Iene” è l’unica donna tra i foreign fighters) ed è al fronte per combattere nella Legione Internazionale di Difesa Territoriale Ucraina.

Nel reportage mandato in onda da “Le Iene” nella puntata di mercoledì 23 marzo, l’ex allieva dell’aeronautica ha dichiarato di non essere lì per soldi: “Non sono una mercenaria – ha spiegato – non so se mi pagheranno e non mi interessa. Sono qui come volontaria non per fare soldi”.

“Una persona mi ha detto – ha raccontato durante il servizio – non ti potevi arruolare con i più forti? Ma io non vado lì per vincere, vado a dare il mio contributo al fianco degli indifesi. Qui, ci sono persone arrivate da Canada, Brasile, Inghilterra, Francia, qualcuno da Israele. C’erano un paio con il passaporto italiano, ma in realtà non parlavano italiano”. La ragazza per arruolarsi è salita su un autobus e ha raggiunto l’Ucraina:  “Sono l’unica donna – ha ribadito – Ho deciso di partire perché mi sento male quando vedo che bombardano gli ospedali e le scuole, per questo ho deciso di andare ad aiutare gli ucraini. Sono cosciente del pericolo e del fatto che, per me, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo perché qualsiasi posto in cui mi trovo è un obiettivo militare. Ma sono venuta perché la guerra è qui. E la guerra, se si riesce a fermarla, non arriverà a casa nostra”.

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