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Il musicista apriliano Roberto Ventimiglia presenta il suo “Raw” e annuncia le date dei suoi concerti

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Preparare un disco ed il pranzo nello stesso posto senza soluzione di continuità: è l’idea alla base del secondo disco di Roberto Ventimiglia – musicista apriliano già attivo tra indie rock, scena DIY e classica – ma più che un’idea, una vera e propria esigenza estetica. Registrato autonomamente nelle stanze di casa come il precedente “Bees make love to flowers” nel periodo tra Maggio e Agosto 2019, l’album Raw – il primo a marchio Gusville, è uscito il 31 gennaio 2020 – raccoglie nove pezzi elettroacustici di diverso carattere ed ispirazione, scritti tra l’uscita del primo ep e la fine del successivo giro di concerti a suo supporto.

L’album “Raw”  è stato anticipato a novembre 2019 da “One-hour-love” e il 6 gennaio scorso da “2081” (ultimo singolo con video). 

Roberto sarà anche in concerto, ecco le prossime tappe:

28/2 Officine Beat – Roma

20/3 Ex Mattatoio – Aprilia (LT)

18/4 Satyricon Live Music Club – Alatri (FR).

Il suono devia senza esitazioni dall’esordio, ma i testi tornano a insistere nuovamente sul tema dell’amore romantico con appunti presi da varie prospettive: il clima orwelliano di una società distopica che spinge a riscoprire l’enorme piacere di amarsi nelle minuscole pieghe del quotidiano in “2081”: “Make love, drink tea, kiss me as if we were free” (fare l’amore, bere tè, baciami come se fossimo liberi); i desideri e le aspettative dell’immaginazione nella title track “Raw”: “If you had to dance, whom would it be with? And would it be soft? Would it be unceasingly hard rock?” (se dovessi ballare, con chi lo faresti? E sarebbe delicato? Sarebbe incessantemente hard rock?); le fantasticherie solitarie di “One-hour-love”: “Something you know: that’s about how long you’ve known me, but there’s something you don’t: I have elected you my one-hour-love” (quello che sai è da quanto mi conosci, ma c’è qualcosa che invece non sai: ti ho eletta il mio ‘amore per un’ora’); i tentativi di dare una definizione ai sentimenti in “Love is”, finendo per concludere che dopotutto “Though I love the idea of you, love is just a point of view” (per quanto io ami l’idea di te, l’amore non è che un punto di vista); i piccoli gesti quotidiani che possono essere, riusciti o meno, dichiarazioni romantiche comunque autentiche in “Forever and a day”: “I burnt the sauce and that’s no good, but I did burn for you too” (ho bruciato il sugo e non va bene, ma bruciavo anche per te). L’artwork partecipa al racconto suggerendo l’idea dei primi passi mossi sotto la luce di una stella viva ancora oggi: il suono dei dischi che arrivavano in casa e che ora si costruiscono con le proprie mani, quello della lingua in cui le canzoni erano cantate e che negli anni sembra farsi meno oscuro e più naturale… in una parola la luce della Musica, compagna di giochi e confidente tanto del bimbo quanto dell’adulto. L’attitudine della proposta è omaggio a simboli e vicende di certo minimalismo tendente al lo-fi proprio della lunga e varia tradizione dell’incisione domestica, dal Bruce Springsteen di Nebraska al primo Elliott Smith, dalle stanze d’albergo adibite a studio da John Lennon o Jackson Browne alle  sperimentazioni del primo McCartney post Beatles e oltre, strumenti alla mano e urgenza di comunicare. Dove si può, come si può, con le proprie forze e immaginazione.

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Registrato in ambiente domestico, l’album Raw raccoglie perlopiù canzoni d’amore elettroacustiche con le eccezioni di “Stepping stone” e “Recollection”, rispettivamente incentrate sulla necessità di avvertire nella propria vita la sensazione di un ambiente emozionale del tipo ‘casa dolce casa’, e le preoccupazioni del processo di scrittura in sé, una specie di paura da foglio bianco. L’uso dell’inglese come primo mezzo di comunicazione è diretta conseguenza delle prime esperienze di ascolto dell’infanzia, assieme al suono in generale, omaggio inconscio a molti dei dischi che venivano suonati in casa allora (come una sorta di Dna). Quest’ultimo punto costituisce anche un tributo ad eroi ed estetica dell’ambito DIY/lo-fi. Ai testi piace lanciare uno sguardo all’amore da diverse prospettive: quando sei ricambiato, quando non lo sei, quando è pura immaginazione e quando è realtà, quando ti ritrovi a tentare di definire cos’è l’amore o   quando le tue scarse abilità in cucina non rimano con “ti amo”, e così via. In definitiva, come afferma “Love is”, “though I love the idea of you, love is just a point of view” (per quanto io ami l’idea di te, l’amore non è che un punto di vista).

IN SINTESI

Nato nel 1982, Roberto Ventimiglia è un musicista di formazione classica che ama scrivere e autoprodurre brani in lingua inglese dal carattere sia intimo che più ritmato. Ha pubblicato gli album “Bees make love to flowers ” (RV001, 2018) e “Raw ” (Gusville Dischi, GSV-#017, 2020).

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