Il Tar, il Tribunale Amministrativo del Lazio, ha respinto il ricorso contro la riapertura della discarica di Albano che era stato presentato dal primo cittadino del Comune castellano, Massimiliano Borelli. Con un’ordinanza, i giudici amministrativi hanno confermano la legittimità del provvedimento della sindaca di Roma, Virginia Raggi: secondo i giudici, a fronte delle criticità connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti, “non vi è dimostrazione che l’attività autorizzata dall’atto impugnato – si legge – apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito”.
“Come Sindaco, – ha commentato Massimiliano Borelli – in queste settimane sono stato spesso presente al sito di discarica, mettendoci la faccia e prendendomi applausi e fischi. Dire che sono molto amareggiato è riduttivo. Le motivazioni che hanno scritto i giudici del TAR. le rispetto ma non le condivido affatto. L’evidenza dei fatti dimostra che non c’è stata alcuna istruttoria preventiva, perchè in questi ultimi 4 anni nessuno ha bonificato il sito, e vi era una sola relazione Arpa aggiornata.
I rifiuti conferiti, se stiamo alle analisi fatte dalla stessa Arpa, non erano conformi, e quelle sulle falde ancora non sono arrivate.
Continuiamo a credere che non sia sufficiente un monitoraggio a posteriori, oltretutto con questa cadenza.
Chissà quanto abbia pesato il continuo e martellante grido di disperazione proveniente dal Campidoglio. Si è arrivati addirittura ad evocare la riunione del G20 per avere la necessità di nascondere l’immondizia romana sotto il tappeto di Roncigliano.
Adesso è questa la preoccupazione: che questo diventi un alibi per conferire immondizia anche non trattata. Dovremo alzare ancora di più il livello di attenzione, ed incalzare le istituzioni preposte a fornire dati aggiornati e puntuali, per poter intervenire, come recita il dispositivo della sentenza”.