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Maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna, addirittura indotta all’autolesionismo: 41enne di Velletri arrestato dalla Polizia.

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Maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna, addirittura indotta all’autolesionismo: gli agenti del Commissiariato di Anzio – in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – hanno tratto in arresto un 41enne di Velletri. La vittima, una 30enne di nazionalità straniera, lo aveva conosciuto circa un anno e mezzo fa e dopo qualche tempo erano andati a vivere insieme a Nettuno. Il loro rapporto, però, era  degenerato in un crescendo di violenza. L’11 agosto scorso, il 41enne aveva addirittura indotto la donna a ferirsi con una tazza, provocandosi la lesione dei tendini del braccio, con il conseguente ricovero in ospedale con 30 giorni di prognosi. Gli agenti del Commissariato di Anzio hanno raccolto la denuncia della donna, che ha riferito di continue violenze, minacce, oltre a costrizioni fisiche e psicologiche. Il 41enne, che dai conoscenti era definito come uno Sciamano, vietava alla compagna di frequentare o incontrare altre persone, e gli controllava sistematicamente la rubrica del cellulare, cancellando tutti i contatti.

“Dopo la dimissione dall’ospedale, la donna aveva presentato la denuncia contro il 41enne. – racconta la Polizia – In un precedente episodio l’uomo, mentre stavano litigando in macchina, per impedirle di scendere dall’auto, accelerava la corsa e perdeva il controllo del mezzo. Nella circostanza la donna aveva riportato la frattura della III vertebra lombare con una prognosi di 25 giorni.

Dopo una attenta indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri, che ha emesso nei confronti dell’uomo Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato M.F., 41enne di Velletri che alcuni conoscenti hanno definito essere uno ‘sciamano’”.

La Polizia, inoltre, ha arrestato per “maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate e – su disposizione dell’Autorità Giudiziaria – ha  accompagnato in carcere  D.H., un bengalese di 56 anni. Una lite scaturita da futili motivi si sarebbe potuta trasformare in tragedia se la Polizia non fosse intervenuta nel giro di pochi minuti. Erano circa le 17.00 di ieri quando al 112 NUE è arrivata la richiesta di aiuto di una ragazza perché i genitori stavano litigando ed il padre minacciava di uccidere la madre: immediatamente sono arrivate 3 pattuglie, 2 del commissariato Prati ed 1 del commissariato Monte Mario, che hanno trovato figlia e madre sul pianerottolo, quest’ultima sanguinante per una ferita alla testa.

Dall’interno dell’appartamento provenivano grida d’aiuto da parte del figlio che cercava di trattenere l’uomo che continuava ad urlare: “lasciami che l’ammazzo!”.

A quel punto, mentre alcuni agenti sono rimasti fuori con le 2 donne per proteggerle nel caso in cui D.H., bengalese di 56 anni, fosse riuscito a sopraffare il ragazzo e ad uscire, gli altri, grazie ad una scala fornita da un condomino e ad una porta finestra aperta, sono entrati nell’abitazione della famiglia, al primo piano, dove hanno trovato mobili spostati, televisore ribaltato a terra, pezzi di vetro e parecchie macchie di sangue. Una volta divisi i due, i poliziotti hanno ricostruito l’accaduto grazie al racconto di madre e figli: scaturita una lite tra i genitori per futili motivi, il padre aveva poi perso le staffe arrivando a minacciare di morte la moglie e a colpirla alla testa con una bottiglia di vetro. Solo grazie all’intervento del ragazzo, le donne erano riuscite a scappare e a chiamare il 112. I familiari hanno inoltre dichiarato che non era la prima volta che il 56enne era violento con loro, sia verbalmente che fisicamente, ma che non si erano mai rivolti alle Forze dell’Ordine per paura di peggiorare la situazione. La vittima, trasportata in codice giallo al pronto soccorso, è stata medicata e giudicata guaribile in 15 giorni.

Dovrà rispondere del reato di stalking, resistenza a Pubblico Ufficiale, nonché di lesioni personali anche G.F. 47enne romano. Il fatto è accaduto alle 16.30 di ieri, quando la Sala Operativa della Questura ha inviato in zona Val Cannuta gli agenti della Sezione Volanti e dei colleghi del XIV Distretto Primavalle per una richiesta di aiuto da parte di una donna, minacciata dal suo ex fidanzato. Arrivati sul posto, i poliziotti hanno immediatamente preso contatti con la donna la quale ha riferito che poco prima il suo ex, come già avvenuto in altri episodi, dopo averle fatto numerose telefonate nel corso delle quali l’aveva anche minacciata di morte e di percosse, si è presentato sotto casa, con il solo intento di continuare con le minacce, e poi si è allontanato, dopo averle detto che avrebbe chiamato le Forze dell’Ordine. Molto scossa ed impaurita e con una regione oculare sinistra tumefatta, rivolgendosi ai poliziotti ha precisato che la lesione le era stata provocata il giorno prima e che temeva per la propria vita. Durante la loro presenza, la vittima ha ricevuto diverse telefonate, tutte messe in vivavoce per farle ascoltare agli agenti: il G.F. la minacciava di morte. I Poliziotti si sono allora trattenuti nell’abitazione, al fine di scongiurare il peggio. Dopo pochi minuti l’aggressore è tornato a fare “visita” alla donna, ma ad aspettarlo questa volta ha trovato gli agenti che, raggiunto in strada, lo hanno immobilizzato, nonostante avesse tentato di allontanarsi spintonandoli.

La vittima, dopo essere stata trasportata in ospedale per le cure mediche, dove le è stato riscontrato un trauma emivolto da aggressione, è stata accompagnata negli uffici di polizia, per sporgere denuncia. Raccolte tutte le informazioni utili per G.F. 47enne romano sono scattate le manette”.

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