
“Marina Abramovic e l’arte del vivente”: stasera alle 19.00 a Formia, al Teatro Bertolt Brecht di via delle Terme Romane, ci sarà il secondo appuntamento della rassegna “Parole oltre lo schermo”. In programma una conferenza-spettacolo dal titolo “Io sono l’oggetto”: sarà una riflessione sulla carriera e sull’opera dell’art-performer Marina Abramovic.
L’evento si inserisce all’interno del cartellone 2018/19, del progetto “Officine Culturali” della Regione Lazio e del riconoscimento del Mibact.
Cos’è un artista? E cos’è un’opera d’arte?
Nel corso della sua carriera, Marina Abramovič ha risposto a questa domanda in modi cangianti. Si potrebbe, anzi, dire che l’intera carriera di Marina Abramovič sia stata, in fondo, la risposta a questa domanda. Se non altro un tentativo, che si appoggia su ben poche certezze: quella, ad esempio, che l’artista non dovrebbe avere autocontrollo sulla propria vita. Né sul proprio lavoro. O che l’artista non dovrebbe mai mentire a sé stesso e, per conseguenza, non potrebbe mai mentire agli altri.
Risposte importanti che aprono a loro volta altre domande perché l’arte non è mai il luogo dell’approdo, semmai il porto da cui si parte. Magari sperando anche in una tempesta che sparigli le certezze e obblighi a guardare il mondo da un punto di vista nuovo. Possibilmente, aggiungerebbe la Abramovič, erotico.
“Io sono l’oggetto”, questo il titolo dell’incontro, nasce come riflessione sulla carriera e sull’opera della Abramovic, nell’ormai consueta formula della conferenza-spettacolo. A curare l’incontro è Chiara Di Macco, lettrici d’eccezione sono invece Bianca Puchetti e Lorena Locascio, mentre le video proiezioni saranno curate da Marco Mastantuono e Marilisa D’Angiò.
Un secondo incontro tutto al femminile, come del resto è al femminile l’intera stagione programmata che è cominciata il 26 gennaio con un incontro su Etty Hillesum e che proseguirà con altri ritratti di donna che sono impressi in maniera più o meno indelebile nella memoria collettiva.