Troppi affidamenti diretti. Un ricorso ad un metodo ingiustificato che ha fatto emergere come la gestione del sistema degli appalti nel Comune di Aprilia nascondesse ben altro. Secondo quanto rilevato dalla Commissione d’Accesso che ha passato in esame gli affidamenti contrattuali dal 2018 al 2024 e come poi confermato nella relazione che il Prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, ha inviato al Ministro Piantedosi, l’ente di piazza Roma non avrebbe rispettato l’articolo 87 del codice antimafia che regola le acquisizioni d’ufficio da parte delle pubbliche amministrazioni. “Veniva sistematicamente omesso l’inserimento degli aggiudicatari nel portale di Anac della Banca Dati Nazionale Contratti Pubblici, – scrive il Prefetto – così da rendere impossibile ogni controllo successivo, e in cui le tempistiche dei pagamenti dei corrispettivi venivano ridotte in favore di quegli operatori economici”.
Su 4mila pratiche (comprese le richieste di Scia) solo per 13 sono state richieste le dovute verifiche antimafia. Alcune inviate solo dopo l’esito dell’operazione Assedio.
Per la maggior parte dei casi gli affidamenti diretti venivano assegnati a ditte riconducibili o direttamente collegabili al clan Forniti.
E poi. “Una solida continuità tra le due ultime amministrazioni pubbliche che hanno gestito il Comune di Aprilia, quella sciolta nel 2024 guidata dall’ex sindaco Principi e quella precedente, per cui lo stesso Principi fu assessore e vicesindaco”. E’ quanto fa presente il Prefetto di Latina nella relazione inviata al Ministro Piantedosi e poi sintetizzata e fatta sua il 10 aprile scorso dallo stesso Ministro che ha sancito lo scioglimento per mafia dell’ente di piazza Roma. La commissione d’accesso ha messo in luce lo stabile inserimento del sodalizio criminale capeggiato dal boss Patrizio Forniti nelle maglie della pubblica amministrazione di Aprilia e nel tessuto economico della città. “Il sodalizio – fa presente poi il Ministro Piantedosi – operava nei circuiti legali per mezzo di imprese riconducibili alla consorteria mirando ad ottenere la gestione di attività economiche, appalti e servizi pubblici avvalendosi dell’ausilio di esponenti delle pubbliche istituzioni locali”. Sotto la lente come si sa non solo gli affidamenti diretti alle aziende amiche, gli appalti sui trasporti, ma anche la rinuncia ad occuparsi del destino dei beni confiscati alle mafie e poi lo scarso controllo dell’evasione fiscale e una gestione opaca delle case popolari. “Il Comune di Aprilia – ha ribadito Piantedosi – era un comune occupato dalla criminalità organizzata”.
E’ attesa nelle prossime ore la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di scioglimento del Comune di Aprilia e la contestuale nomina della commissione speciale da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Come noto sarà composta dal prefetto a riposo Vincenza Filippi, dal viceprefetto Enza Caporale e dalla dirigente Rita Guida.