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Operazione “Magma” tra Rosarno e il litorale romano, chiesto il rinvio a giudizio per 40 persone

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Le associazioni Coordinamento Antimafia di Anzio e Nettuno e Reti di Giustizia ringraziano il procuratore distrettuale di Reggio Calabria Giovanni Bombadieri ed il sostituto procuratore Francesco Ponzetta per l’ulteriore passo in avanti nell’inchiesta Magma: la richiesta di rinvio a giudizio di quaranta tra appartenenti e fiancheggiatori ai clan Bellocco e Gallace operativi fino al 2019 sui territori di Anzio, Ardea, Nettuno e la provincia di Reggio Calabria. La prospettazione accusatoria della DDA Reggina-in grande parte confermata dal giudice cautelare-ha rappresentato l’esistenza di una cellula del clan Bellocco (che fa parte del gotha della ‘ndrangheta) perfettamente coesistente con la locale di ‘ndrangheta dei Gallace. Si tratta della più importante inchiesta sulla ‘ndrangheta in provincia di Roma dopo le indagini Appia e Mithos del 2005 sul clan Gallace. E’ bene ricordare che su questi procedimenti a distanza di 15 anni dagli arresti non è stata ancora scritta la parola fine: il processo Appia è pendente innanzi alla corte di cassazione mentre Mithos ancora davanti alla corte di appello di Roma.

Le aree comprese tra Aprilia, Anzio, Nettuno, Ardea e Pomezia, da anni, registrano la presenza di organizzazioni criminali che agiscono in stretti rapporti nei rispettivi territori come attestano anche sentenze passate in giudicato.

Su tutti questi territori occorre un grande “investimento” sul piano investigativo, un “investimento” che vada a colpire i sistemi criminali di tipo mafioso che operano in queste zone.

 

 

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