Processo Appia, condanne definitive per il clan attivo tra Anzio, Nettuno ed Ardea
La Corte di Cassazione ieri ha confermato l’impianto della sentenza di appello APPIA contro il clan Gallace confermando le condanne della corte di appello di Roma per associazione di tipo mafioso e as...
La Corte di Cassazione ieri ha confermato l’impianto della sentenza di appello APPIA contro il clan Gallace confermando le condanne della corte di appello di Roma per associazione di tipo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Tutto questo a distanza di 15 anni dall’esecuzione delle misure cautelari e ben 22 dalle prime indagini del Ros coordinati dalle DDA di Roma e Catanzaro.
Si tratta della prima locale censita nel Lazio: il clan Gallace è presente nel litorale tra Anzio, Nettuno ed Ardea da più di 30 anni. Allo stato, risulterebbero esserci diversi latitanti -che si sarebbero resi irreperibili -prima dell’esecuzione degli ordini di carcerazione. Solo un mese fa una diversa indagine per narco traffico della DDA capitolina si era conclusa nei confronti di numerosi appartenenti al clan. Lunedì invece è iniziato il giudizio abbreviato innanzi al gup di Reggio Calabria Magma per i delitti associazione di tipo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti che vede imputati numerosi esponenti del clan Bellocco radicati tra Anzio ed Ardea nonché alcuni esponenti apicali del clan Gallace.
“La presenza e il radicamento delle mafie nel litorale sono –da decenni- dice Edoardo Levantini dell’associazione Coordinamento Antimafia Anzio e Nettuno - una triste realtà e rappresentano un grave condizionamento per lo sviluppo sociale ed economico di queste realtà arrivando persino a contaminare la pa come avvenuto per lo scioglimento del consiglio comunale di Nettuno nel 2005.
Su tutti questi territori occorre un grande “investimento” sul piano investigativo, un “investimento” che vada a colpire i sistemi criminali di tipo mafioso che operano in queste aree”.