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Ricadute sanitarie di industrie chimiche, Porcelli e Rizzuto: “Aprilia sta ancora pagando un tributo enorme”.

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“Indignazione e incredulità sono le reazioni che suscita la mancata risposta degli enti territoriali di fronte al crescente numero di patologie oncologiche che si stanno abbattendo nel nostro territorio e agli effetti che lo sfruttamento e l’inquinamento, praticato all’interno delle fabbriche, ha prodotto sull’ambiente e sui residenti delle zone in cui hanno operato impianti pericolosi”. A parlare sono Carmen Porcelli per “La Città degli Alberi” e Rosalba Rizzuto per “Aprilia Libera”, all’indomani dell’incontro organizzato sul territorio per parlare delle ricadute sanitarie di industrie chimiche.

“Lo scorso 11 novembre, mentre quasi in contemporanea si svolgevano i funerali di giovani concittadini prematuramente stroncati da tumori, – spiegano le due associazioni – si teneva il quarto, di un ciclo di incontri dedicato a rifiuti e ambiente: “AVVELENATI – Storie operaie di ordinaria follia”, dedicato al nostro caro Mauro Riccardi, pioniere del biologico e attivo nella difesa del territorio, e a tutte le persone che nella nostra città sono scomparse per malattie oncologiche.

La nostra città, e il territorio pontino in generale, sta ancora pagando un tributo enorme, in termini di inquinamento industriale durante gli interventi straordinari deliberati per la Cassa del Mezzogiorno: basti pensare al caso della Good Year di Cisterna e le malattie professionali contratte dagli operai, una storia ripercorsa dettagliatamente da Cinzia Vaccarini e che insieme a quella degli operai della Sloi hanno commosso e resa ancora più partecipato l’ascolto delle testimonianze.

Il tributo più pesante lo sta pagando la popolazione che oggi risulta essere la più colpita nel Lazio per alcuni tumori, ma anche l’ambiente ne ha risentito: il lascito della industrializzazione del paese ha prodotto la contaminazione dei suoli e delle falde, dei corsi d’acqua. Non è forse il caso di approfondire con una VERA indagine epidemiologica e ambientale?

Questa domanda è emersa al termine della proiezione di un documentario che ha testimoniato gli effetti deleteri sulla salute di operai che hanno lavorato a contatto con il piombo tetraetile in una azienda di Trento, la SLOI che nel 1975 aveva una capacità produttiva di 8.000 t/a; in Italia sono stati diversi gli impianti come la SLOI: uno era a Fidenza, un altro a Bussi nel Tirino, in provincia di Pescara, e l’I.K., Industria Chimica Additivi Prodotti Petroliferi e Affini Spa, di Aprilia che ha operato dal 1963 al 1980 con un impianto della capacità di 6.000 t/a. Se Sloi, Fidenza e Bussi nel Tirino sono stati perimetrati come Siti di interesse nazionale, il sito di Aprilia è stato inserito nell’elenco dei siti contaminati di interesse regionale, censiti dall’Arpa Lazio (Fonte: https://www.arpalazio.it/web/guest/ambiente/suolo-e-bonifiche/dati-suolo-e-bonifiche), quindi un sito di una pericolosità inferiore.

Al 168esimo posto dell’elenco regionale appare il sito denominato Isagro (ex Caffaro), ovvero lo stesso sito dove ha operato la IK, classificato come «potenzialmente inquinato» e il cui procedimento è ancora in corso perché il piano di caratterizzazione non è stato ancora approvato, quindi non vi è l’esatta fotografia della contaminazione. La Asl di Latina, nello Stato di Salute nel Comune di Aprilia, sostiene che «le discariche mai bonificate in 30 anni hanno prodotto una combinazione di inquinanti presenti nell’aria, nelle acque, negli alimenti, nei prodotti di consumo e/o nei luoghi di vita e di lavoro tali da avere possibili gravi ripercussioni sulle condizioni di salute, con effetti potenzialmente gravi ed invalidanti. In un’ottica di precauzione non dovremmo verificare le stesse conseguenze per i vecchi siti industriali?

Avremmo voluto chiedere all’amministrazione comunale, dando l’opportunità di poter rispondere alle nostre domande sul sito della ex Isagro, direttamente in assemblea, ma nessun rappresentante del Comune di Aprilia ha risposto al nostro invito, evidentemente parlare di tumori non fa prendere voti. Abbiamo però appreso, l’indomani dalla stampa, che la statua di San Michele sarà colorata di viola per qualche giorno in segno di solidarietà verso i malati oncologici.

Questo sarebbe tutto l’impegno profuso nella prevenzione dei tumori? Anziché fare questi ridicoli e inutili atti di plateale ipocrisia, ci chiediamo piuttosto perché:

a) Non sono stati pubblicati i dati sui decessi oncologici che hanno colpito annualmente la nostra città almeno dal 2009, anno a partire dal quale la coalizione civica governa ininterrottamente la nostra città?

b) Non hanno mai analizzato l’incidenza di decessi in base alla coorte di residenza e quindi le tipologie oncologiche riconducibili a fattori ambientali?

c) Non si evince alcuna correlazione nello Stato di Salute della città di Aprilia del 2018 – spacciato per una indagine epidemiologica – tra l’inquinamento industriale e le patologie sviluppatesi tra la popolazione? Anzi in cui la medicina del lavoro riscontra zero decessi ed infortuni nell’ambito del settore chimico, in totale controtendenza rispetto alla media nazionale?

d) Non hanno mai intrapreso politiche per la riduzione dell’inquinamento, per il risanamento ambientale dei siti inquinati, per il controllo a tappeto delle emissioni prodotte dalle attività produttive, per la bonifica delle aree industriali e dei SIR presenti ad Aprilia?

e) Non hanno implementato il patrimonio arboreo, favorendo l’abbattimento di vegetazione e lo spropositato consumo di suolo e di acqua ad opera dell’edilizia e delle attività produttive?

f) Non hanno proceduto ad installare nel coso degli ultimi 12 anni centraline di monitoraggio laddove richiesto a gran voce dalla popolazione?

Tornano alla mente troppe questioni che molti hanno fatto finta di affrontare e che non sono mai state risolte, come la mobilitazione popolare contro la turbogas, fortemente voluta dall’allora sindaco, che rabboniva la gente promettendo il monitoraggio in continuo delle emissioni, oppure la mobilitazione contro le paventate discariche disseminate tra i quartieri di Aprilia, che da 40 anni attendono bonifiche e ancora le richieste della popolazione di vigilare sulle polveri sottili, miasmi e rumori ad ogni nostro respiro, installando le centraline di monitoraggio richiesti dai residenti nei quartieri più esposti agli inquinanti.

Chi si sta tutelando qui ad Aprilia? Quanto vale la nostra vita di fronte agli interessi economici? Indignazione e incredulità sono le uniche reazioni che suscita la risposta dell’amministrazione comunale di Aprilia di fronte al crescente numero di patologie oncologiche che si stanno abbattendo nel nostro territorio.

La prevenzione dei tumori non consiste nel diagnosticarli 10 giorni prima che si manifestino gli effetti, ma facendo prevenzione a partire dalle condizioni ambientali in cui vivono i cittadini”.

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