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Riciclaggio, nei guai imprenditori agricoli del Metapontino: 8 arresti, c’è anche un formiano

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Peculato, riciclaggio e autoriciclaggio sono i reati ipotizzati dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza che ha ottenuto dal gip distrettuale nove misure cautelari che sono state eseguite oggi dalla guardia di Finanza in provincia di Matera e in altre regioni italiane. Tra gli arrestati c’è anche un uomo originario di Formia, Patrizio D’Angiò. Delle misure eseguite, quattro sono arresti in carcere, quattro ai domiciliari e la nona è un obbligo di dimora. Coinvolta un’azienda agricola di un personaggio già noto alle forze dell’ordine tramite la quale si distraevano ingenti somme di denaro erogati dall’ente statale Agea.

Gli arresti arrivano al termine di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza da cui sarebbe emerso “un complesso e strutturato meccanismo” che, secondo l’ipotesi accusatoria,” intendeva sottrarre alla futura confisca i proventi delle condotte delittuose già investigate da questo Ufficio nei confronti dei medesimi soggetti che ruotano intorno all’imprenditore agricolo Aldo De Pascalis, già rinviato a giudizio per vicende connesse al reimpiego di denaro proveniente dalle attività delittuose poste in essere da soggetti facenti parte di un sodalizio criminale operante nell’area metapontina, per acquisire terreni, immobili e macchinari, ed acquistare ”a nero” prodotti ortofrutticoli provenienti da produttori terzi, dissimulandone la reale provenienza ed indicando, quale fonte produttiva, i terreni intestati, o in uso, alla propria azienda agricola.

L’attività d’indagine si è sviluppata su tutto il territorio nazionale pur avendo, la presunta attività illecita, il suo fulcro nella ‘fascia jonica lucana”. In tale contesto, pregresse indagini avevano evidenziato l’infiltrazione di interessi criminali in grado d’inquinare il sistema economico legale attraverso l’utilizzo di capitali di provenienza illegale e senza la necessità proprio di tutti gli imprenditori onesti, di ricorrere al sistema bancario sostenendone i relativi costi.

A livello di gravità indiziaria, le indagini hanno evidenziato “come fossero in atto, nonostante pregressi provvedimenti di sequestro di compendi aziendali di Aldo De Pascalis , condotte delittuose finalizzate all’avvenuta, persistente e sistematica spoliazione patrimoniale di tali aziende in danno dell’amministrazione giudiziaria incaricata della gestione dell’azienda agricola De Pascalis (già sottoposta a sequestro da parte del Tribunale di Potenza dal 12 maggio 2021, a seguito di un’altra indagine).

I reati contestati sarebbero avvenuti- secondo la Procura- attraverso la distrazione di risorse finanziarie provenienti da erogazioni AGEA e di pertinenza della azienda agricola amministrata De Pascalis; la sistematica ingerenza nei processi decisionali afferenti la produzione, la commercializzazione e la gestione dell’azienda agricola amministrata, mediante condizionamenti operati dai De Pascalis nei confronti delle sue maestranze; la sottrazione di ingenti volumi di prodotti ortofrutticolo destinati ad illegittima commercializzazione, mediante il coinvolgimento attivo di maestranze “infedeli”; il trasferimento di utili di pertinenza della azienda agricola amministrata De Pascalis che, invece, venivano trasferiti alla ‘Società agricola Dea Frutta S.r.l.”, società riconducibile alla moglie di Aldo De Pascalis. Questa pratica sarebbe avvenuta mediante il coinvolgimento di venditori/posteggianti compiacenti, operanti su numerosi mercati ortofrutticoli nazionali, fra cui Milano, Torino, Firenze, Guidonia Montecelio e Pescara, i quali sottraevano quote rilevanti di ricavi per incassarne il quantum con consegne di somme in contanti extra-conto, che denominavano “cagnotta”, termine da cui ha preso il nome l’operazione della Dda di Potenza.

“Tali condotte-spiega la Procura-, hanno cagionato il progressivo depauperamento del patrimonio dell’azienda agricola sottoposta ad amministrazione giudiziaria, esponendola concretamente ad un rischio di dissesto finanziario che l’avrebbe condotta al fallimento.

Nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Procura distrettuale di Potenza è stato eseguito il sequestro dei compendi aziendali di due aziende agricole, compresi terreni, beni mobili e disponibilità finanziarie riconducibili alla famiglia De Pascalis.

Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Aldo De Pascalis, Antonietta Rizzello, Rossana De Pascalis, Leo De Pascalis tutti residenti a Scanzano Jonico. Agli arresti domiciliari sono finiti Maria Magdalena Marsico (Policoro), Girolamo Dell’Olio (Trezzano sul Naviglio), Patrizio D’Angiò (Dresano), Saverio Alessi (Ciriè).  Obbligo di dimora nel Comune di residenza per Donato Coviello(Scanzano Jonico)

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