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Aprilia – Scritte denigratorie, Reti di Giustizia: “Non sottovalutare questi atti”

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Scritte offensive nei confronti degli amministratori di Aprilia. L’intervento di Reti di Giustizia.

“Negli ultimi giorni Aprilia – dice Reti di Giustizia-il sociale contro le mafie. APS – è stata interessata da due vicende che appaiono collegate tra loro: si tratta della comparsa di scritte offensive nei confronti del consigliere comunale di Aprilia Davide Zingaretti, rappresentante del partito di opposizione “Aprilia in Azione” e componente dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza (nella notte tra sabato 26 e domenica 27 settembre) e del sindaco Antonio Terra (lunedì 28 settembre).

Le parole e il “simbolo” (un cerchio con una croce, presente in entrambe le scritte) rivolte verso il consigliere e il sindaco hanno una evidente finalità denigratoria: dallo stile grezzo e approssimativo di tale scritte sembra non emergere una chiara matrice culturale o politica ma, dal tenore complessivo delle stesse potrebbe trattarsi di una mano vicina al populismo di destra.

Fermo restando il lavoro di indagine in corso da parte del reparto territoriale dei Carabinieri di Aprilia,  l’Associazione “Reti di Giustizia-Il sociale contro le mafie”, oltre ad aver già espresso la propria solidarietà, ritiene che non si possano socialmente minimizzare o, addirittura, derubricare a bravate senza importanza questi fenomeni; fenomeni che sono connotati da volontà di prevaricazione e violenza alla quale troppe persone ormai sono assuefatte, tanto da lasciarsi andare anche a commenti di basso livello nei social media, non comprendendo che atti di tal fatta hanno ripercussioni sull’intero tessuto sociale, destabilizzando l’attività amministrativa che dovrebbe perseguire sempre e solo l’interesse collettivo senza subire pressioni esterne di alcun tipo.

Le vicende in questione si inseriscono in un preoccupante e crescente filone di atti intimidatori perpetrati a danno degli amministratori locali (la provincia di Latina, ad esempio, nel 2019 è stata seconda nel Lazio per numero di atti intimidatori, con 5 casi ufficialmente accertati): dal rapporto “Amministratori sotto tiro” redatto annualmente da Avviso Pubblico emerge che tali atti intimidatori si manifestano con violenze fisiche, psicologiche e mediatiche; in particolare sono in crescita esponenziale tutti quegli atti non definibili come intimidatori in senso stretto e che si sostanziano in offese, calunnie, delegittimazioni varie, che spesso si materializzano in scritte come quelle comparse ad Aprilia oppure, e ciò accade con sempre maggior frequenza,  vengono fatte veicolare nei social media tramite fake news o con commenti diretti.

Questi atti dovrebbero provocare una condanna e una disapprovazione spontanea da parte dei cittadini e delle forze sociali in quanto non si tratta di episodi insignificanti da poter ignorare perché non si traducono in minacce fisiche o verbali dirette. Le offese e le delegittimazioni, per coloro che le subiscono, sono atti concreti, violenti, che ingenerano paura e insicurezza e che, da ultimo, hanno l’obiettivo di indebolire l’attività istituzionale delle amministrazioni. Non si tratta di critiche politiche o sostanziali, più che legittime, dirette al miglioramento dell’operato delle amministrazioni locali: si tratta di becere aggressioni personali, con finalità di certo non compatibili con l’interesse collettivo, che danneggiano tutti e che, a volte, sottendono un pensiero mafioso.

Gli autori materiali delle aggressioni di questo tenore agli amministratori locali spesso non riescono ad essere individuati e ciò contribuisce ad un generale senso di “impunità” che non fa che aumentare la frequenza delle stesse; in un  contesto complicato come quello del territorio pontino, poi, scritte che possono sembrare “semplici” offese possono celare messaggi precisi che soggetti riconducibili alla criminalità organizzata o con finalità corruttive rivolgono agli amministratori al fine di  accaparrarsi appalti, gestire servizi o altre attività.

Auspichiamo, quindi, da un lato, che la cittadinanza assuma una maggiore consapevolezza delle conseguenze di questi atti, facendo la propria parte nella lotta contro le prevaricazioni e le violenza in ogni sede anche “virtuale”, dall’altro, che il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Latina, Lorenzo D’Aloia, insediatosi lunedì 28 settembre ponga la necessaria attenzione su questi fenomeni: un contesto in cui le intimidazioni e le ingiurie verso chi ha il compito di gestire i beni comuni diventano “normali” è un contesto permeabile a chi vuole inserirsi nell’attività amministrativa con attività criminose e corruttive.

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