
Cade l’aggravante della premeditazione, si vede ridurre la pena da 30 a 18 anni di carcere. Questo quanto ha stabilito ieri la Corte d’Assise d’Appello di Roma, ribaltando la sentenza del Tribunale di Latina, per il 65enne di Sezze, Pietro Petrianni, che nel 2015 uccise il cognato, Maurizio Di Raimo, nella sua officina durante una lite per un debito non pagato; poi fece sparire il corpo, gettandolo in un pozzo. Dopo l’omicidio il 65enne gettò l’arma del delitto, una pistola calibro 7.65, nel lago di Fogliano.