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Sfratto in Corso Italia, Rifondazione Comunista di Anzio: “Pessima la chiusura del Comune”

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Rifondazione comunista di Anzio esprime pieno appoggio alla vertenza contro lo sfratto di 26 famiglie residenti nello stabile di Corso Italia 36 B. “Bene ha fatto l’Unione Inquilini, d’accordo con gli inquilini stessi, – spiega Rifondazione – a chiedere un rinvio dello sgombero e l’apertura di un tavolo negoziale. Pessima è invece la chiusura del Comune che ha dichiarato sulla questione la propria impotenza di fronte a  dei decreti di sequestro penale preventivo del GIP, sulla base  di un presunto pericolo attuale, dato che non si vede quale pericolo emerga da un’ occupazione che dura da 23 anni e di cui il Comune era a conoscenza.

Noi pensiamo invece che in nome di un giusto governo politico del territorio, bisogna risolvere questa emergenza e avviare un percorso che tuteli il diritto all’ abitare di tutti e tutte, trovando una soluzione ottimale che coinvolga la proprietà, gli inquilini e le istituzioni. E’ Inaccettabile  ci dicono gli inquilini, che: “Dopo oltre 20 anni che viviamo qui, e il comune lo sa benissimo, veniamo buttati fuori in un modo così brutale.  Qui ci sono delle famiglie con dei bambini che non hanno nessuna colpa. Siamo stati invisibili per  20 anni, e ora improvvisamente ci buttano fuori  facendoci perdere la dignità umana”.

Bisogna rovesciare le politiche urbanistiche nazionali e locali che trascurano totalmente l’edilizia pubblica e sociale e privilegiano la speculazione e il profitto delle imprese private. Tutto ciò  ha portato ad una cementificazione selvaggia del territorio, alla distruzione ambientale e paesaggistica, lasciando comunque troppe  case vuote e  troppo persone senza casa, invischiate sempre più in una barbarica guerra tra poveri, foriera di abusi e illegalità.
Solo un intervento politico responsabile e una nuova politica di edilizia pubblica e non la svendita di ciò che rimane del patrimonio comunale, potrà porre fine alle emergenze abitative e alla disperazione di tante famiglie.

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