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Un anno dalla morte di Satnam Singh nelle campagne di Latina: “è ancora necessaria una profonda trasformazione”.

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Un anno dalla morte di Satnam Singh nelle campagne di Latina: “è ancora necessaria una profonda trasformazione”. Con una nota i circoli locali di Sinistra Italiana, Possibile ed Europa Verde ribadiscono profonda indignazione e sgomento. “Occorre lavorare perché simili episodi non si ripetano mai più, – dicono  per rendere dignitose e umane le condizioni dei lavoratori”. Un anno fa – era il 19 giugno del 2024 – Satnam Singh moriva all’ospedale San Camillo di Roma dopo due giorni di agonia. Originario dell’India, il bracciante agricolo, senza permesso di soggiorno e senza un regolare contratto, era stato abbandonato dal suo datore di lavoro accanto alla sua abitazione  di Cisterna con un braccio tranciato da una macchina agricola per l’irrigazione, posato su una cassetta.

Singh Satnam

“Mentre la giustizia sta facendo il suo corso, – commentano i circoli locali di Sinistra Italiana, Possibile ed Europa Verde – occorre lavorare perché simili episodi non si ripetano mai più, per rendere dignitose e umane le condizioni dei lavoratori e costruire una convivenza nelle diversità all’interno della società. Numerosi sono i provvedimenti da realizzare ed applicare. Ne elenchiamo solo alcuni.

In primo luogo, controlli seri e sanzioni efficaci per chi sfrutta i lavoratori, ma servono anche e soprattutto interventi strutturali per governare le migrazioni e l’integrazione.

Vanno creati canali di migrazione legali e sicuri, abolendo quelle leggi come la Bossi-Fini che costringono all’irregolarità. Percorsi chiari, aperti e trasparenti sono uno strumento indispensabile contro l’insicurezza e l’illegalità. Quindi, snellire e velocizzare le procedure di regolarizzazione, rafforzare gli strumenti di integrazione, quali l’apprendimento della lingua italiana e la conoscenza dei propri diritti, evitare che sia la vittima ad essere criminalizzata ed anzi venga accompagnata e tutelata nella denuncia di irregolarità, violenze e abusi.

Ma il più grande lavoro deve essere (ancora) fatto dal punto di vista culturale, sia tra i cittadini sia nell’imprenditoria. Purtroppo una profonda trasformazione è ancora necessaria nella mentalità degli Italiani. Occorre superare la diffidenza e i pregiudizi verso i migranti che si stabiliscono nel nostro paese, conoscono la lingua, lavorano e rispettano le leggi.

Ricordiamo a riguardo solo uno dei “Dieci punti per la convivenza inter-etnica” di Alex Langer: “Conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire: <<più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci intenderemo>>.

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