Una mostra sulla processione del Venerdì Santo di Priverno non è proprio una novità assoluta nel panorama cultural religioso della città lepina, nel senso che le sue immagini sono state proposte già qualche altra volta, ma certamente non si può neanche dire che le foto in questione siano ripetitive e stanche, perché le diverse sfaccettature dell’evento si presentano come una fonte di documentazione, ampia, varia e diversificata nel corso degli anni. In effetti e a dire il vero, sono molti gli anni che manca una rassegna qualificata in tal senso. Quest’anno a prendere l’iniziativa per mostrare la tradizionale processione privernate ci ha pensato Enzo D’Arcangeli, socio a tutti gli effetti della Pro Loco di Priverno, e cultore della fotografia. D’Arcangeli ha agito di concerto con il Presidente dell’associazione turistica lepina, Anna Dini, che si è fatta portatrice presso il Comune di Priverno dell’iniziativa e ha radunato intorno a se sei fotografi privernati che hanno avuto la costanza di fotografare in continuum nel corso degli anni a partire dagli anni ’90 la manifestazione popolar religiosa. Insieme allo stesso Enzo D’Arcangeli esporranno le loro foto sulla processione, Bruno Caradonna, Pier Luigi Ceccarelli, Tommaso De Massimi, Nunzia Macci e Carlo Picone, tutti fotoamatori di Priverno. Le foto, tutte rigorosamente in bianco e nero, sono in numero di 60 e verranno esposte presso le sale dei Portici Comunali dal 12 al 22 aprile c.a. La rassegna si presenta, dunque, come una sequenza di immagini che ripercorre l’itinerario tradizionale per le vie del centro storico di Priverno con la presenza degli aspetti più interessanti e tipici, dai personaggi alle “macchine” della processione. Uno sguardo particolare è stato dedicato ai sacconi, sia bianchi che neri, e al “cataletto” che ospita la statua lignea di Gesù morto. Ma certamente non mancano i cantori, veri e propri protagonisti della processione, non mancano le donne vestite a lutto che portano le bandiere nere a mezz’asta, la banda cittadina e i portatori delle “macchine” che fanno capo alle diverse confraternite e chiese di Priverno, i portatori delle croci, i sacerdoti, Don Giovanni Gallinari e Don Titta Ficarola e uno stuolo di fedeli che partecipano con commozione al Corteo Religioso. La sacra processione ci è stata tramandata così com’è dal lontano Medioevo ed è stata interrotta soltanto nel periodo della II Guerra mondiale. Essa si rifà dunque ad una secolare tradizione che è stata voluta sempre dal popolo e non promossa dal Clero, che però vi pose successivamente mano con la proposizione dei canti che fu affidata all’organista della Cattedrale, il compianto Domenico Di Legge.
Una mostra fotografica per rendere omaggio al Venerdì Santo di Priverno
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