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Volto e mani insanguinate all’arrivo della Polizia: a Latina in manette un marito violento.

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Da tempo subiva le violenze del marito, ma per paura che potesse fare del male a lei e ai suoi figli, non aveva mai voluto denunciarlo. Ieri mattina, dopo essere stata picchiata per l’ennesima volta, ha chiamato la Polizia. Gli agenti della Squadra Volante di Latina, sono intervenuti in un appartamento di via Carissimi, trovandosi davanti la donna piena di sangue sul volto e sulle mani. All’interno dell’abitazione c’era anche il marito, un 45enne di Latina; per lui è scattato immediato l’arresto, per maltrattamenti in famiglia, ed il trasferimento in carcere.

“La donna riferiva di essere stata picchiata dal marito e di aver bisogno di cure mediche per le lesioni riportate. La stessa – spiega una nota della Polizia – riferiva di subire maltrattamenti e violenza quasi quotidiane, ma di non aver mai denunciato il marito, per paura di ritorsioni, temendo per la propria incolumità e per quella dei propri figli.

Riferiva inoltre che nella mattinata iniziava a litigare col marito per motivi economici essendo lui, a suo dire, anche tossicodipendente; la lite degenerava in quanto l’uomo cominciava ad inveire e poi a picchiare la propria donna con calci e pugni, minacciandola di morte con un coltello qualora avesse chiamato le forze dell’ordine. La donna, soccorsa dai sanitari del 118, veniva trasportata per il locale Nosocomio, dove veniva giudicata guaribile con prognosi di 15 giorni.

In sede di denuncia veniva riferito che le minacce, le percosse e le violenze si protraevano già da tempo e che a causa dei continui soprusi posti in essere dal marito, la denunciante viveva in uno stato di soggezione e inferiorità psichica, manifestando timore e paura per la propria incolumità e per quella dei propri figli.

La persona fermata, accompagnata presso gli uffici della Questura, identificata per C.G. del 73, italiano, dopo aver contattato il P.M. di turno, dott. De Luca, veniva tratta in arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravati in flagranza ed associata presso la locale casa circondariale a disposizione della competente Autorità giudiziaria”.

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