A Gaeta in scena "Le Carlottine"

Dopo ilsuccesso dello straordinario “teatro dei piedi” di Laura Kibel, il secondoappuntamento della stagione di teatro per la scuola “10 e Lode” promossa dal TeatroBertolt Brecht in collaborazione con...

A cura di Redazione
15 gennaio 2019 18:30
A Gaeta in scena "Le Carlottine" -
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Dopo il
successo dello straordinario “teatro dei piedi” di Laura Kibel, il secondo
appuntamento della stagione di teatro per la scuola “10 e Lode” promossa dal Teatro
Bertolt Brecht in collaborazione con il Teatro Ariston di Gaeta
all’interno
del progetto “Officine culturali” della Regione Lazio e del riconoscimento del
MIBAC. 

Oggi 15
gennaio oltre 500 bambini e ragazzi delle scuole di Itri, Gaeta e Formia
assisteranno all’Ariston di Gaeta allo spettacolo scelto per commemorare la
Giornata della memoria “Le Carlottine” della compagnia Errare Persona
di Frosinone per la drammaturgia di
Damiana Leone da Elsa Morante. 

Carlottina è
una bimba ariana nella Germania Nazista che ha una cara amica con cui gioca
sempre, Carlotta. Carlottina e Carlottina giocano sempre insieme e si divertono
ad interpretare la realtà a modo loro: così il termine ariani per loro diventa
“pieni di aria o quelli che fanno le puzzette”, Il Fuhrer diventa Furio perché
è sempre arrabbiato e Benito Mussolini diventa Bonito perché è convinto di
essere bellissimo. Quando Carlotta è costretta da ebrea a portare la stella
gialla, Carlottina escogita un piano per salvare la sua amica e il mondo,
riempiendolo di stelle gialle.

Carlottina è
un piccolo personaggio inventato da Elsa Morante: "un romanzo d'avventure
e d'amore (regolarmente diviso in parti e capitoli dove i personaggi
protagonisti riappaiono sotto diversi travestimenti). E' un poema
epico-lirico-didascalico in versi sciolti e ritmati, regolari e irregolari. E'
un'autobiografia. E' un memoriale. E' un manifesto. E' un balletto. E' una
tragedia. E' una commedia. E' un madrigale. E' un documentario a colori. E' un
fumetto. E' una chiave magica. E' un sistema filosofico-sociale... Insomma, è
un libro". 

Desta un
grande interesse nell’incontrare questo personaggio il modo assolutamente puro
e fanciullesco con cui l’autrice riesce a parlare dei “felici pochi”, cioè
degli ultimi, dei disgraziati, delle vittime. E tra le vittime non potevano
mancare quelle dell’Olocausto, di cui parla con la dolcezza dei bambini dotati
di quella sana incoscienza nel comprendere le grandi tragedie che gli adulti purtroppo
non hanno.

Sono state
selezionate e musicate per lo spettacolo le ballate che parlano direttamente
delle vittime dei lager come se a parlarne fossero da una lato le anime di quei
morti, dall’altro dei bambini per cui le stelle gialle erano stelle del cielo.

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