Ausili e prodotti per l'autonomia personale, nel Lazio cambiano le regole e aumentano i problemi
L’inclusione, la qualità della vita, la quotidianità di migliaia di persone con disabilità e anziane sono strettamente connesse ai servizi e alle prestazioni rivolti alla loro salute. Molte criticità...
L’inclusione, la qualità della vita, la quotidianità di migliaia di persone con disabilità e anziane sono strettamente connesse ai servizi e alle prestazioni rivolti alla loro salute. Molte criticità sono ben poco note al grande pubblico e sovente anche ai decisori politici. Fra queste i meccanismi di concessione di ausili e prodotti per la cura e l’autonomia personale: soffrono di limiti sempre più drammatici su cui è necessario innanzitutto restituire una consapevolezza condivisa a livello nazionale e di Regione Lazio.
È questo l’intento della Conferenza stampa indetta per il 23 settembre prossimo (ore 10.30) al Palazzo Senatorio del Campidoglio (Sala Laudato Si’) a Roma. La propongono le voci più autorevoli del panorama associativo degli utenti: Associazione Paraplegici di Roma e del Lazio, FINCOPP, AISTOM e FISH Lazio. Sotto la lente non solo le gare per l’approvvigionamento degli ausili e dei dispositivi medici monouso (sacche, placche, cateteri, prodotti ad assorbenza, ecc.) della Regione Lazio, ma l’intero meccanismo di concessione con i suoi paradossi lesivi di un diritto incomprimibile costituzionalmente definito: quello alla salute. Si darà conto e dettaglio di una serie di evidenze. Qualche esempio di seguito. Complicazione burocratica: la nuova procedura (gare, prescrizione, concessione) ha reso il processo di erogazione più lento e complesso. A differenza di prima, il medico deve indicare non solo il codice ISO dell’ausilio, ma anche il modello specifico, pur non conoscendo l'offerta del mercato. Questo processo può causare ritardi significativi per i pazienti, e se un fornitore non ha il materiale disponibile, è necessario annullare l’intero iter e ricominciare da capo.
Lesione del diritto di scelta dei prodotti: il nuovo sistema, in modo particolare l’art. 59 del Nuovo Codice degli appalti, per i dispositivi medici monouso limita drasticamente la scelta del paziente. In alcuni casi, l’utente può scegliere tra un solo prodotto o al massimo tre, nonostante ne esistano decine sul mercato per lo stesso codice. La libera scelta del dispositivo più appropriato è considerata di vitale importanza per i pazienti, specialmente per prodotti come cateteri e dispositivi per stomie, che sono “compagni di vita” e devono essere adatti per evitare infezioni e altri problemi di salute. Molto spesso i prodotti sono insostituibili per le loro specificità, per le conformità delle persone (se è obesa, se è magra, per l’eccessiva sudorazione, per le ernie peristomali, irritazioni, dermatiti, stoma introflesso, ecc…) e per le esigenze sanitarie dell’utente. Mancata realizzazione del Repertorio dei prodotti: le gare d'appalto erano state concepite come un sistema temporaneo in attesa della creazione di un Repertorio dei prodotti prescrivibili con marca e modello, un sistema analogo a quello dei farmaci. Questo Repertorio, tuttavia, non è mai stato realizzato. Il sistema delle gare è figlio di questa lacuna. Debolezza del sistema delle gare: il sistema delle gare non ha generato risparmi economici per il Servizio Sanitario Regionale (SSR). I prezzi di aggiudicazione sono identici alle tariffe regionali preesistenti perché gli operatori economici sapevano che la scelta del prodotto sarebbe dipesa dal medico o dal paziente, e non dal prezzo. Il sistema frammentato può portare il paziente a ricevere componenti di uno stesso ausilio (es. carrozzina, cuscino e letto) da fornitori diversi, costringendolo ad attendere che tutto il materiale arrivi per poterlo ritirare. Alcuni prodotti previsti dal Nomenclatore nazionale non sono stati inclusi nelle gare, rendendoli non disponibili.