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Emungimento alla sorgente di Ninfa: a rischio l’ecosistema. Presentato un esposto.

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“La sorgente di Ninfa sottoposta ad un pericoloso emungimento: l’ecosistema è a rischio”. Il Comune di Sermoneta, assieme ad alcune associazioni ambientaliste del territorio, ha presentato ieri un esposto al Prefetto di Latina, ad Acqualatina, all’Ato4 e al Presidente della Regione Lazio, affinché vengano accertate le responsabilità “in ordine – si legge nell’esposto – alla grave condizione ambientale in cui si trova l’intero ecosistema del parco naturale di Ninfa e alla condizione della risorgiva di natura carsica che alimenta l’intero ecosistema del Monumento naturale di Ninfa, sottoposta ad un livello di emungimento tale che potrebbe (se non lo ha già fatto) portare velocemente ad un limite critico, tanto – sottolineano – da compromettere in maniera irreversibile e irrimediabile la sorgente da cui prendiamo l’acqua da distribuire per uso potabile alla popolazione”.

Un allarme già lanciato a giugno ma che non è stato raccolto dalle autorità preposte.

“Una sorgente che da sola non può sopperire all’odierna carenza idrica – spiegano i firmatari dell’esposto Claudio Damiano, Sindaco di Sermoneta, Fabio Marignetti presidente dell’associazione Amici della Macrostigma del Ninfa, Gastone Gaiba delegato provinciale Lipu Latina e il Presidente di Italia Nostra Antonio Magaudda –. L’attuale sofferenza della risorgiva carsica che alimenta l’intero ecosistema del Monumento naturale di Ninfa potrebbe compromettere irrimediabilmente la stessa, nonché l’intera comunità biotica che dalle acque del lago e del fiume trae la stessa vita se non viene garantito un minimo deflusso vitale”.

“Abbiamo ravvisato la necessità di interessare la Pubblica Autorità per la pronta e immediata risoluzione della vicenda e, qualora fossero rilevate responsabilità specifiche per la presenza di condotte ritenute contrarie alla legge, il porre in essere le relative misure di contrasto – si legge ancora nell’esposto –. L’attuale situazione non può consentire alcun indugio e la difesa dei nostri territori, dei beni comuni e dei cittadini va affrontata in assoluta emergenza, affinchè si possano reperire soluzioni concrete a tutela della sorgente, del lago e del fiume sui quali si fonda la storia di Ninfa, ma anche per evitare che situazioni di emergenza, come quella odierna, si ripetano a danno dell’intera collettività, dell’ ecosistema, dell’economia e dell’agricoltura”.

E in merito all’emungimento di acqua dai pozzi di Ninfa è intervenuta Acqualatina, per fornire dei chiarimenti: “Le problematiche che stanno interessando la sorgente di Ninfa – precisa la società – non sono riconducibili al nostro prelievo di acqua per l’approvvigionamento idrico delle utenze, eseguito nel pieno rispetto di quanto stabilito dal Piano Regolatore Generale degli Acquedotti e peraltro – sottolinea Acqualatina – con portate nettamente inferiori al limite massimo previsto (si parla di 230 litri al secondo su un limite di 320 litri). Secondo Acqualatina “l’abbassamento dei livelli della falda è da imputare alla siccità e alla carenza idrica che sta interessando il nostro territorio”.

“Il PRGA – spiega ancora il Gestore – prevede un prelievo massimo di 320 litri al secondo, mentre Acqualatina, nel pieno dell’emergenza idrica, nel mese di luglio ha prelevato 230 litri al secondo, ben al di sotto del limite stabilito, dunque. Nei mesi addietro la portata è stata addirittura inferiore, arrivando anche al di sotto dei 200 litri al secondo.

Al fine di preservare il bacino idrico e il patrimonio ambientale della zona, infatti, con particolare attenzione al Giardino di Ninfa, eccellenza territoriale di levatura mondiale, il Gestore ha assegnato priorità all’emungimento di acqua da sorgenti come Sardellane.

L’abbassamento dei livelli della falda, dunque, è da imputare alla siccità e alla relativa carenza idrica che stanno interessando il nostro territorio e gran parte dell’Italia. Acqualatina conferma il pieno rispetto della tutela ambientale, da sempre tra i princìpi fondanti della Società”.

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