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Il Consiglio dei Ministri proroga i commissariamenti dei Comuni di Anzio e Nettuno. A giugno i cittadini non voteranno.

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Il Consiglio dei Ministri proroga di 6 mesi i commissariamenti dei Comuni di Anzio e Nettuno (sciolti due anni fa per condizionamenti della criminalità organizzata), su richiesta dei commissari straordinari. A giugno, quindi, i cittadini non voteranno. La notizia è stata ufficializzata ieri sera.

“Nonostante le pressioni di certa politica, – commenta la rete ReteNoBavaglio del Lazio – il Consiglio dei Ministri ha prorogato i commissariamenti, anche se in realtà ci vorrebbero anni per ristabilire la legalità in questi territori, dove sono emersi legami inquietanti con la ‘ndrangheta”.

“È evidente – ha aggiunto la ReteNoBavaglio – che il problema della criminalità organizzata non si risolve nel breve termine e richiede un impegno a lungo termine per ricostruire un tessuto sociale sano ed una governance trasparente in grado di ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.

“Una notizia attesa ed  auspicata – commenta il segretario regionale di Sinistra Italiana Lazio, Danilo Cosentino – in uno scenario di acclarata presenza di infiltrazione mafiosa ed operatività di ben 4 ‘ndrine di origine calabrese.

Sinistra Italiana da anni, insieme alle realtà civiche cittadine, – prosegue Cosentino – ha tenuto alta l’attenzione sui comuni del litorale romano ben prima dell’indagine Tritone, con atti parlamentari e la presenza costante sul territorio.

La proroga arriva all’indomani della sentenza della Corte di Appello che conferma le 34 condanne emesse dal gup di Roma e che, quindi, ribadisce inequivocabilmente la presenza di una locale di ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno diramata in molti settori imprenditoriali fino ad infiltrare le amministrazioni.

Le tempistiche – conclude – impongono una seria riflessione delle forze progressiste e di sinistra delle due città che hanno la responsabilità ed il dovere di unirsi per affrontare nel 2025 le amministrative più delicate della storia di questi territori”.

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