Il Vescovo Viva celebra la solenne chiusura dell'Anno Giubilare: “Alzati, coraggio, non temere!”

Domenica 28 dicembre, la Messa presieduta dal vescovo Vincenzo Viva in Cattedrale, in comunione con tutte le Chiese locali

A cura di Redazione
29 dicembre 2025 10:26
Il Vescovo Viva celebra la solenne chiusura dell'Anno Giubilare: “Alzati, coraggio, non temere!”  -
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«Il Giubileo ha detto alla nostra Chiesa di Albano e a ciascuno di noi: “Alzati, coraggio, non temere!”. Ce lo ha detto nel silenzio della preghiera, nel sacramento della penitenza e in quello nell’eucaristia, nei pellegrinaggi e nell’Indulgenza plenaria». Domenica 28 dicembre, con la Messa presieduta dal vescovo Vincenzo Viva in Cattedrale, in comunione con tutte le Chiese locali, la diocesi di Albano ha celebrato la solenne chiusura dell’Anno Giubilare, rendendo grazie al Signore per tutto ciò che ha operato durante quest’anno pieno di grazia, vissuto nella preghiera, nella speranza e nella conversione, e che ha messo in movimento la Chiesa diocesana, nelle comunità parrocchiali, nelle famiglie religiose, nelle associazioni e aggregazioni laicali.

Un anno ripercorso nella sua omelia dal vescovo Viva, che ha ricordato i momenti intensi per la diocesi, come il pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, la colletta di solidarietà per la diocesi-gemella di Makeni in Sierra Leone, l’accoglienza di tanti giovani da tutto il mondo per il Giubileo dei giovani e la marcia penitenziale nello scorso mese di Ottobre a Nettuno, ma anche: «La beatificazione – ha aggiunto Viva – del sacerdote Giovanni Merlini, Missionario del Preziosissimo Sangue, strettamente legato alla storia della città di Albano e della nostra diocesi, la chiusura del cammino sinodale delle Chiese in Italia, al quale abbiamo contribuito con convinzione e impegno, il lutto per la morte del Santo Padre Francesco e l’accoglienza del nuovo successore di Pietro, papa Leone che ha dimostrato e continua a dimostrare tanta attenzione e amore per la nostra Chiesa di Albano».

Riflettendo sul brano del Vangelo di Matteo, proclamato nella celebrazione, il vescovo ha voluto sottolineare cosa resti di quest’Anno Santo alla Chiesa di Albano e ai singoli fedeli: «Come Giuseppe – ha detto Viva – anche noi dovremmo uscire da questo anno di grazia con un desiderio che diventa compito personale ed ecclesiale: portare con noi “il Bambino e sua madre”, custodire cioè Cristo nel nostro cuore, tenerlo al centro della nostra esistenza, proteggere e far crescere la grazia che abbiamo ricevuto in abbondanza. Il coraggio, la docilità e la mobilità siano allora i tratti della nostra esistenza battesimale e della nostra Chiesa diocesana. Durante questo Anno Giubilare, il Signore ci ha invitati ad assumere questo atteggiamento fondamentale: a farci discepoli, a lasciarci ammaestrare, a rinunciare alla presunzione di avere già tutte le risposte per metterci invece in ascolto».

L’invito del vescovo, allora, è stato quello di continuare a essere cristiani in movimento, presenti tra la gente, principalmente accanto a chi è nel bisogno e nella sofferenza, per essere portatori di speranza: «L’Anno Santo – ha aggiunto il vescovo – ci ha chiamati a essere pellegrini di speranza e a metterci in movimento non solo verso Roma e le Porte Sante, ma soprattutto spiritualmente e pastoralmente. Ci ha chiesto di uscire dalle nostre comodità, di abbandonare le nostre false sicurezze, di lasciarci condurre dallo Spirito verso mete che forse non avremmo mai scelto da soli, come è accaduto nella vita di san Giuseppe. Superiamo allora la tentazione di quella rigidità mentale e pastorale per cui nulla deve mai cambiare rispetto ai nostri schemi e idee, alle proprie abitudini o gusti. Portiamo nella nostra vita e nelle nostre comunità la paternità di Giuseppe che è una paternità che si assume responsabilità, che introduce nella vita, che non possiede, ma custodisce e ama; che non è dominio e imposizione, ma servizio e accompagnamento amorevole».

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