Pesca di frodo nell'area protetta tra Fondi e Terracina, 8 strutture sequestrate

Controlli mirati da parte della Guardia di Finanza di Gaeta nei tratti fluviali e nei canali interni di Terracina e Fondi ricadenti nel Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi: sotto...

A cura di Redazione
25 maggio 2020 12:44
Pesca di frodo nell'area protetta tra Fondi e Terracina, 8 strutture sequestrate -
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Controlli mirati da parte della Guardia di Finanza di Gaeta nei tratti fluviali e nei canali interni di Terracina e Fondi ricadenti nel Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi: sotto sequestro cautelare 8 strutture da pesca fisse, i cosiddetti Bilancioni, utilizzati illecitamente per l'esercizio della pesca di frodo all'interno dell’area protetta regionale. Nell’indagine è emerso anche un danno all’erario dello Stato per il mancato versamento dei canoni concessori scaturenti dall’abusiva occupazione di aree demaniali.

I militari della componente aeronavale regionale della Guardia di Finanza hanno potuto accertare la mancata corresponsione all'erario dei canoni demaniali per oltre 620.000 euro, per i quali la Regione Lazio ha in corso le procedure di riscossione dell'intero importo dovuto, a titolo d'indennizzo, da ogni singolo soggetto, restituendo alla collettività 10.000 metri quadrati di superfici acquee e porzioni di terreno circostante, gran parte delle quali sottoposte a vincolo paesaggistico ed ambientale, nonché liberare oltre 550 mq. di spazi ed aree illegalmente occupate dalle strutture abusive realizzate per l'esercizio della pesca di frodo.

La normativa regionale persegue l'utilizzo scorretto dei "bilancioni" in quanto recano un danno notevole all'ambiente ed alla fauna ittica condizionando, di fatto, la leale concorrenza ed alterandone le regole del mercato, a svantaggio degli onesti operatori del settore. In tale contesto si colloca l'intervento degli uomini delle Fiamme Gialle, teso alla salvaguardia del libero mercato, in quanto questo sistema di pesca alimenta i canali illegali del commercio, favorendo l'evasione fiscale.

I militari operanti hanno poi segnalato alle autorità competenti le strutture sequestrate, al fine di provvedere alla loro rimozione. Queste strutture infatti insistono all'interno degli alvei fluviali, dei corsi d'acqua e dei canali idrici presenti nell'agro-pontino, costituendo una sorta di barriera "artificiale" che, di fatto, si pone quale ostacolo al deflusso idrico, compromettendone la funzione stessa di "drenaggio" delle acque pluviali che ciascun corso d'acqua contribuisce a svolgere in caso di possibili fenomeni alluvionali.

L'intervento delle Fiamme Gialle conferma quindi il fondamentale ruolo svolto dal Corpo nella tutela del bene comune mediante il concorso alla vigilanza, alla prevenzione ed al contrasto delle violazioni in danno all'ambiente ed al demanio pubblico.

 

 

 

 

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