Prorogata fino a domenica 3 Dicembre la mostra “Aleardo Nardinocchi. Paesaggi” al Museo Manzù di Ardea.

Prorogata fino a domenica prossima, 3 Dicembre, la mostra “Aleardo Nardinocchi. Paesaggi” allestita presso il Museo Manzù di Ardea, sulla via Laurentina. L’esposizione - dedicata all’architetto e pitt...

A cura di Redazione
28 novembre 2023 10:37
Prorogata fino a domenica 3 Dicembre la mostra “Aleardo Nardinocchi. Paesaggi” al Museo Manzù di Ardea. -
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Prorogata fino a domenica prossima, 3 Dicembre, la mostra “Aleardo Nardinocchi. Paesaggi” allestita presso il Museo Manzù di Ardea, sulla via Laurentina. L’esposizione - dedicata all’architetto e pittore di Aprilia Aleardo Nardinocchi,  prematuramente scomparso nel 2015 - si potrà visitare tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.

Aleardo Nardinocchi è artefice del progetto di un basamento “galleggiante” nella fontana di Piazza Roma ad Aprilia per una scultura di Umberto Mastroianni.

“Nelle sue opere - sostiene Maria Sole Cardulli, Direttore del Museo Giacomo Manzù di Ardea – che muovono da un gusto espressionista che risente del clima degli anni Ottanta del Novecento, attraverso la tradizione romana, da Forma 1 alla Scuola di Piazza del Popolo, il paesaggio pontino è riletto dallo sguardo dell’architetto in una densa meditazione sullo spazio che è protagonista della sua produzione”.

Federica Calandro spiega che “i paesaggi di Aleardo Nardinocchi sono degli archetipi. Sono lo spazio in cui, l’artista/architetto del paesaggio si apre ad un’esperienza vitalistica con l’Universo. Per lui dipingere è un’operazione necessaria, propedeutica alla progettazione, perché è lì che può trovare la strada maestra dell’umano segnare la Terra. Come architetto del paesaggio, infatti, Aleardo sa di lavorare in quella dimensione mitica in cui uomo e natura si incontrano e creano insieme.

Il disegnare è sempre stato un suo modo di essere. L’amore per la pittura si manifesta invece a partire dal 2003, ma diventa subito un’esperienza travolgente. Comincia una fase febbrile di sperimentazione in cui, su grandi formati, si confronta con la pittura astratta e informale del ‘900. Nel 2011 approda ad un suo linguaggio, porta a compimento la sua ricerca, partita da una domanda: come costruire lo spazio del Contemporaneo?

La risposta arriva interrogando i nostri antenati, che come scrive Aleardo, “costruivano lo spazio in un rapporto ineludibile con il Cosmo, partecipi e responsabili della sopravvivenza del Tutto”.

Nascono così le serie dedicate ai pini e alle cupole, due elementi, uno naturale e uno artificiale, che si corrispondono, si somigliano, si richiamano, dialogano, perché entrambi alti, tesi verso il cielo, emisferici ed espressione del territorio romano.

Il pino marittimo, tipico dell’ecosistema mediterraneo, è simbolo di eternità e di benignità, a motivo della sua capacità di non nuocere ad alcuna pianta posta sotto di lui. La cupola è simbolo della volta celeste ed elemento architettonico caratteristico dello skyline capitolino.

Allora l’anima dell’artista/architetto può pronunciarsi: Riattivare la simbiosi mutualistica vitale tra tutti questi processi – Uomo, Natura e Tempo - è progettare il Paesaggio.”

E ancora Francesca Nardinocchi racconta: “La pittura di Aleardo ci regala squarci della sua visione interiore della realtà. Difficile e complesso cercare di fare una sinossi di questa realtà: organica e variegata come il suo mondo interiore.  Il legame con la madre terra è sempre presente e intessuto nel suo lavoro di artista, di architetto, di uomo. Mi auguro che, dalla visione di questi pochi, pochissimi quadri, possiate intraprendere il viaggio, a tratti onirico, nel mondo variopinto di Aleardo”.

Museo Giacomo Manzù, via Laurentina, km 32, 00040 Ardea RM

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