Rapporti tra clan e politica, Claudio Moscardelli: “Lo spaccato su cosa era Latina emerge ancora”.
Rapporti tra clan e politica a Latina. Il Segretario Provinciale del Pd, il Senatore Claudio Moscardelli, interviene a seguito delle notizie emerse nei giorni scorsi dall’indagine della Dda di Roma su...
Rapporti tra clan e politica a Latina. Il Segretario Provinciale del Pd, il Senatore Claudio Moscardelli, interviene a seguito delle notizie emerse nei giorni scorsi dall’indagine della Dda di Roma sui rapporti tra l’organizzazione criminale rom e la politica, in particolare la Lega, in provincia di Latina. Nei giorni scorsi un’interrogazione è stata già presentata dai Democratici al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Moscardelli, con una nota, ricostruisce l’ascesa del clan Ciarelli-Di Silvio nel territorio pontino.
Il Segretario Provinciale del Pd, alla luce della recente indagine della Commissione Antimafia, auspica che “si potrà finalmente far luce sui rapporti con la politica negli anni d’oro dell’ascesa del clan. Sono almeno 15 anni da indagare – dice - ma nulla trapela su politica, edilizia, riciclaggio e voto di scambio”.
“Negli
anni 2000 l’ascesa del clan Ciarelli -Di Silvio è stata irresistibile. L’azione
di contrasto alla criminalità organizzata era praticamente inesistente – scrive
Moscardelli - e lo Stato a Latina aveva abdicato al suo ruolo. Il clan con
oltre mille soldati aveva il controllo delle attività criminali del territorio
e diveniva massa di manovra elettorale tra voti diretti, voti estorti, voti
pagati e brogli elettorali.
Nel
2009 il tentativo dei Casalesi per entrare a Latina è stato respinto con
successo dal Clan Ciarelli-Di Silvio. Eppure a Latina ancora nel 2010, dopo le
prime inchieste di Niccolò D’Angelo e gli omicidi di gennaio, si organizzavano
cene elettorali con il clan per le regionali 2010. Maietta – racconta il Segretario
Provinciale del Pd - era conteso nel centrodestra fino a diventare il padrone
del Comune di Latina e deputato di Fratelli d’Italia, tesoriere del gruppo
parlamentare alla Camera.
Cha
cha festeggiava: a ragione era contento poiché le mani sulla città erano ben
salde. Istituzioni dello Stato, vertici delle forze dell’ordine, politici di
centrodestra, professionisti, imprenditori e società civile in genere erano in
tribuna d’onore allo stadio ad omaggiare la società di calcio dominata dai vincenti Maietta e Cha Cha. Il punto più
basso delle istituzioni e della città di Latina, asservita alla criminalità
organizzata.
A
dicembre 2014 la prima missione della commissione Antimafia a Latina. –
prosegue Moscardelli - Il Questore De Matteis ha rotto l’incantesimo di Latina
città aperta alla criminalità. Il Ministero dell’Interno ha sostenuto con
uomini e mezzi straordinari l’attività delle forze dell’ordine. Ci furono delle
inchieste e ci furono i risultati prodotti.
La
Commissione Antimafia ha acceso i riflettori su Latina ed è stata con il fiato
sul collo su tutte le istituzioni per reagire. Lo spaccato su cosa era Latina
emerge ancora una volta in Antimafia. A maggio del 2016 altra audizione a Roma,
stavolta con il Questore De Matteis, il quale rappresentò in modo chiaro una
realtà complessa della nostra provincia. Latina, già obiettivo della
criminalità organizzata per il settore rifiuti e per la discarica, era dominata dal clan Ciarelli Di Silvio,
organizzazione criminale forte, feroce e con coperture politiche. Capace di
resistere all’ingresso dei Casalesi e poi di accordarsi con loro.
Usura,
racket e spaccio di stupefacenti tra i principali affari oltre alla
penetrazione nel tessuto economico, sociale ed istituzionale. L’enorme massa di
denaro per i profitti dell’attività criminale sapientemente gestita era oggetto
di esportazione. Lo Stato seguì il percorso di questo flusso di denaro ma
attendiamo ancora le conclusioni su quanto consumato a Latina con tanto di scia
di sangue.
Inquietante
sempre in quella audizione l’emersione del ruolo di Melaragni, capo di
Gabinetto del tempo del Sindaco di Latina, ex poliziotto ed ex funzionario
Sisde, che era l’autore materiale di un’interrogazione parlamentare a firma Maietta
intimidatoria con il Questore De Matteis sullo stadio di calcio. Dall’inchiesta
Olimpia risulterà che il Melaragni aveva concordato con il deputato Maietta
l’interrogazione. Il Melaragni era stato portato a Latina dell’allora Questore
Intini che si muoveva per piazzare nella Latina Calcio dell’era Maietta - Cha
Cha un ex Questore come dirigente.
Il
30 maggio 2017 ancora la missione dell’Antimafia nel Lazio. Varie
interrogazioni parlamentari furono presentate insieme alla collega Capacchione
in supporto all’attività in Commissione. Al clan Ciarelli-Di Silvio è stata
contestata da ultimo l’associazione di stampo mafioso avendone tutte le
caratteristiche. Finalmente il passaggio che rende chiari i connotati della
Mafia di Latina.
Lo
Stato c’è e continua ad esserci ma il quadro politico è cambiato. Troppe
inchieste rimaste ferme, concluse e in attesa di provvedimenti. Perché? Latina
sta sparendo dai riflettori e non interessa più? Tutto il filone del
riciclaggio di denaro non è stato portato alla luce. Sul rapporto con la
politica, dopo quanto emerso nei rapporti con l’ex deputato di Fratelli
d’Italia Maietta, tutto si è fermato. Ci aspettiamo che il lavoro delle forze
dell’ordine venga valorizzato.
Latina
e provincia non sono come Palermo o Reggio Calabria o come la provincia di
Caserta quanto a presenza di criminalità organizzata, ma numeri e qualità delle
organizzazioni criminali sono altissimi.
I
segnali con cui si tenta di rialzare la testa non mancano. Il clan Ciarelli Di
Silvio a Latina è una minaccia attuale. Ha influito sulle campagne elettorali
passate, molto di più di quella del 2016. Però nulla emerge. Da quando,
all’inizio degli anni 2000, saltava in aria con un’autobomba un Di Silvio ad
oggi i rapporti con la politica dominante a Latina città sono stati costanti. I
rapporti politici sono stati sempre chiari e precisi, perfino ostentati. Ci
sono esponenti politici che hanno rivendicato la loro amicizia con Cha Cha.
Dalla
stampa si legge che due pentiti avrebbero parlato di rapporti del clan Ciarelli
Di Silvio con esponenti della Lega. Si potrà finalmente far luce sui rapporti
con la politica negli anni d’oro dell’ascesa del clan? Sono almeno 15 anni da
indagare ma nulla trapela: politica, edilizia, riciclaggio, voto di scambio. A
Latina c’è chi vorrebbe chiudere la parentesi 2014-2017 di lotta senza
quartiere alla criminalità.
Troppe
collusioni negli anni favolosi della gara ad essere in Tribuna d’onore allo
stadio: allora “Latina era da bere” e i clan sembravano lanciati senza
ostacoli. Oggi a molti farebbe comodo far dimenticare... per riprendere come
prima a comandare e a fare affari criminali in Città”.