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“Regole chiare sui ppi e sui pronto soccorso o l’utenza andrà nel caos”

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“Occorre presentare un’offerta sanitaria capace di gestire da subito l’emergenza. Abbiamo un sistema imperniato su 7 Punti di Primo Intervento e 4 Pronto Soccorso, che non può essere sostituito nel breve termine. I numeri dell’emergenza in provincia di Latina parlano chiaro. I quattro Pronto Soccorso relativamente al 2018 hanno fatto registrare nel complesso 150.735 accessi (58.283 al Goretti di Latina, 38.839 al Dono Svizzero di Formia, 32.475 al Fiorini di Terracina e 21.138 al San Giovanni di Dio di Fondi), a cui vanno aggiunti i 70-80.000 medi annui dei sette PPI. La platea di utenti che si rivolgono quotidianamente alle strutture d’emergenza sfiora le 250.000 unità all’anno. Sono cifre che dovrebbero far riflettere chi gestisce la sanità nel comprensorio pontino.

Che risposte possiamo dare a questa vasta utenza se chiudiamo i servizi?
E’ subito disponibile un’offerta alternativa?
Ho avuto di leggere il documento programmatico di sviluppo dell’offerta territoriale deliberato dall’Asl di Latina, con riferimento alla rimodulazione dei Punti di Primo Intervento e all’attivazione di nuove Case della Salute.
L’azienda sanitaria locale si limita ad un cronoprogramma di interventi da effettuare sul territorio, peraltro piuttosto dilazionati nel tempo. Penso principalmente all’attivazione con decorrenza dal 1 gennaio 2020 presso le sedi delle istituende Case della Salute, di apposite strutture destinate alla gestione delle urgenze sul territorio. Allo stesso modo si conferma la disattivazione dei Punti di Primo Intervento con la stessa decorrenza, in ottemperanza con quanto previsto dal DCA 303 del 24 luglio scorso. Nelle intenzioni si vorrebbe di fatto attuare una sorta di ‘staffetta’ tra i PPI e le Case della Salute. Ma ciò che può valere nella teoria diventa inapplicabile sul piano pratico.
Mi chiedo, in che modo s’intende potenziare l’offerta? Solo ampliando i servizi nelle ‘istituende’ Case della Salute? Quali sono i tempi previsti per l’entrata in funzione di questi presidi territoriali? E soprattutto nel periodo che intercorrerebbe fra ‘inaugurazione’ e attivazione di queste strutture come si pensa di poter fronteggiare nell’immediato le urgenze di decine di migliaia di utenti di piccoli centri rimasti ‘orfani’ dei mini Pronto Soccorso?
Mi preme evidenziare che negli ultimi anni i PPI hanno contribuito a drenare i codici verdi e bianchi che sono tra le cause principali del sovraffollamento dei Pronto Soccorso. La loro cancellazione, senza che nell’immediato sia operativa una reale e consolidata rete territoriale di assistenza, non farebbe altro che impoverire la già fragile offerta sanitaria sul nostro territorio. C’è dunque bisogno di risposte immediate e servizi subito operativi. La sanità non può essere una gara di salto ad ostacoli. Deve essere assistenza, diritto alla cura e soprattutto copertura dei servizi sul territorio. Questo documento programmatico non fornisce le risposte che auspicavamo, proponendo soluzioni insufficienti per poter fronteggiare la gestione dell’emergenza.
Invito i sindaci pontini ad esaminare attentamente il documento dell’Asl di Latina in vista della prossima conferenza sanitaria locale. Quali risposte è possibile dare a circa 250.000 richieste di aiuto che si manifestano attraverso l’accesso alle strutture d’emergenza?
Servono misure straordinarie ed urgenti per impedire quel vuoto in termini di assistenza che la disattivazione dei Punti di primo intervento porterà con sé. Zingaretti e Casati si attivino affinchè gli interventi promessi da anni diventino reali. Altrimenti a pagare l’inefficacia e l’inconcludenza delle politiche sanitarie della Regione Lazio saranno esclusivamente i cittadini della provincia di Latina”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.

 

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