Le intimidazioni ai chioschi e l’intestazione fittizia del ristorante “Giovannino”. Le mire del clan di Aprilia su Latina.

Le intimidazioni ai chioschi e l’intestazione fittizia del ristorante “Giovannino”. Le mire del clan di Aprilia su Latina. Emergono nuovi dettagli fondamentali dall’ordinanza di applicazione delle 8 m...

A cura di Redazione
13 febbraio 2025 11:19
Le intimidazioni ai chioschi e l’intestazione fittizia del ristorante “Giovannino”. Le mire del clan di Aprilia su Latina. -
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Le intimidazioni ai chioschi e l’intestazione fittizia del ristorante “Giovannino”. Le mire del clan di Aprilia su Latina. Emergono nuovi dettagli fondamentali dall’ordinanza di applicazione delle 8 misure cautelari scattate ieri a carico di Patrizio Forniti, Luca De Luca, Marco Antolini, Luigi ed Antonio Morra, Nabil Salami e di  Giuseppe Carannante e Andrea Sultan Mohamed, questi ultimi due ai domiciliari.

Si tratta di personaggi già coinvolti nell’operazione antimafia “Assedio” dello scorso mese di luglio che ad Aprilia portò all’arresto dell’ex sindaco Lanfranco Principi e di altri 22 soggetti e al conseguente scioglimento del Consiglio Comunale. L’operazione di ieri è stata condotta dai Carabinieri di Aprilia e dalla Dia di Roma.

Secondo quanto emerso, sarebbero stati due degli indagati - Marco Antolini ed Antonio Fusco (detto Marcello) - ad acquisire “fittiziamente” il ristorante “Giovannino” di Foceverde, attraverso la costituzione della società “Plastic”, con sede in viaStradivari ad Aprilia, poi divenuta titolare delle quote. Ma per la gestione del locale le titolari non avrebbero mai ricevuto alcuna somma di denaro. Sia il ristorante che la società, ieri, sono state poste sotto sequestro.

Lo scorso novembre, lo ricordiamo, gli atti dell’inchiesta “Assedio” finirono nel procedimento sull’assegnazione dei chioschi sul lido di Latina, che vede imputate 12 persone, tra cui alcuni componenti della nota famiglia Zof di Latina. Da alcune intercettazioni telefoniche, infatti, sarebbe emerso che uno dei gestori dei chioschi di Latina - che avrebbe ricevuto pressioni dalla famiglia Zof - si sarebbe rivolto all’organizzazione apriliana, capeggiata da Patrizio Forniti, che evidentemente aveva interesse per le attività del Lido.

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