Operazione “Ragnatela” della Questura di Roma: confisca di 3 milioni di euro di beni a due soggetti “vicini” alla ‘ndrangheta. Sequestrato un ristorante ai Castelli. VIDEO
Scatta all’alba l’operazione “Ragnatela”: gli agenti della Questura di Roma stanno eseguendo in queste ore un decreto di sequestro di beni, ai fini di confisca, emesso dal Tribunale di Roma e attivato...
Scatta all’alba l’operazione “Ragnatela”: gli agenti della Questura di Roma stanno eseguendo in queste ore un decreto di sequestro di beni, ai fini di confisca, emesso dal Tribunale di Roma e attivato su proposta del Questore nei confronti di due soggetti inseriti in contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista operante nel mandamento tirrenico e facenti capo alla famiglia Piromalli di Gioia Tauro. I sequestri del loro patrimonio, del valore di circa tre milioni di euro, stanno interessando anche la zona dei Castelli Romani, in particolare Rocca di Papa, dove gli inquirenti hanno posto i sigilli ad un ristorante. I due soggetti sono un 61enne esponente della cosca calabrese Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina ed un pregiudicato romano di 79 anni, noto usuraio.
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“Le indagini patrimoniali avviate dagli specialisti della Divisione Anticrimine, coordinati dalla D.ssa Angela Altamura, - spiega la nota della Questura - sono state focalizzate sulla ricostruzione della “carriera criminale” e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniali degli interessati unitamente a quelle dei rispettivi nuclei familiari. Tale attività, tesa all’aggressione di patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata, ha evidenziato una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, direttamente o per interposti fittizi, e i redditi dichiarati e l’attività economica svolta, tale da far ritenere che siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Il compendio patrimoniale sottoposto a vincolo, del valore di circa tre milioni di euro, comprende la totalità delle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare; un complesso immobiliare, sito a Roma, costituito da locali commerciali di estesa superficie; un complesso immobiliare destinato ad albergo – ristorante, ubicato a Rocca di Papa (RM); immobili per civile abitazione siti in Gioia Tauro (RC); una polizza assicurativa del valore di € 150.000, oltre numerosi rapporti creditizi, di cui uno intestato ad un società di capitali operante nel settore dell’energia elettrica, con sede a Roma. Le disponibilità finanziarie sono in corso di accertamento.
Le risalenti condotte delittuose di uno dei due indagati, C. A., riguardano i reati di bancarotta fraudolenta e l’impiego di capitali illeciti in attività economiche, gestite con modalità fraudolente, al fine di massimizzarne i profitti, nonché quelli di seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive e agevolative.
La necessità di reinvestire i notevoli flussi finanziari illecitamente acquisiti spinse C. A. a trasferire a Roma e provincia il centro dei suoi interessi, con particolare riferimento al settore alberghiero e della ristorazione.
In relazione al romano F. G., noto usuraio e collettore dei proventi della criminalità mafiosa per fini di riciclaggio, si deve evidenziare l’elevato spessore criminale dello stesso, accostato, fin dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, a personaggi come i defunti Sbarra Danilo e Merluzzi Luciano - quest’ultimo commercialista del cassiere di “Cosa Nostra”, Pippo Calo’ e appartenenti alla c.d. “Banda della Magliana” e alla “Camorra”.
L’esecuzione del provvedimento in argomento, vede impegnati oltre la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma anche il personale di 7 Commissariati di P.S sul territorio di Roma e provincia. Inoltre l’operazione ha richiesto la collaborazione della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria e dei Commissariati di P.S. di Gioia Tauro e di Taurianova.
La caratura criminale dei proposti e il potere di alterare il mercato economico, consente di sostenere che i “pezzi di ‘ndrangheta” presenti nella capitale e nei comuni limitrofi sono sempre più “visibili” e sono capaci di replicare pienamente la propria struttura criminale nel territorio dove si sono stabilizzati.
In tale ottica – conclude la nota della Questura di Roma - i sequestri, finalizzati alla confisca di prevenzione, costituiscono una straordinaria azione di contrasto alla criminalità organizzata e un importante strumento attraverso il quale le ricchezze accumulate vengono sottratte al circuito criminale per essere restituite alla collettività in un percorso di legalità”.