Truffe agli anziani con il metodo del finto avvocato o del finto nipote in difficoltà. Due arresti.
Un’indagine condotta dai Carabinieri di Roma Porta Portese, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – Pool Criminalità Grave e Diffusa, ha portato all’arresto di due persone, una in provinci...
Un’indagine condotta dai Carabinieri di Roma Porta Portese, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – Pool Criminalità Grave e Diffusa, ha portato all’arresto di due persone, una in provincia di Cosenza ed una a Napoli, gravemente indiziate di truffa aggravata in danno di anziani.
La mattina del 14 ottobre, con la collaborazione dei Carabinieri della Stazione di Cariati, in provincia di Cosenza, su indagine svolta dalla Stazione Carabinieri di Roma Porta Portese, è stata eseguita un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, emessa dal Tribunale Ordinario di Roma – Sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari, nei confronti di un 32enne calabrese, gravemente indiziato di truffa aggravata in danno di anziani, commessa a Roma, nel novembre 2024.
Gli indagati, attraverso un collaudato modus operandi, in concorso con altre persone in fase di identificazione, utilizzando vari espedienti tra cui quello del “finto nipote in difficoltà economiche per pagamenti insoluti o a seguito di incidente stradale”, del “finto avvocato o rappresentante delle forze dell’ordine”, erano riusciti a carpire la fiducia e disponibilità delle vittime, tutte persone anziane e spesso con patologie e in condizioni fisiche che ne limitavano la capacità di reagire e respingere le richieste dei truffatori, introducendosi nelle loro abitazioni e facendosi consegnare denaro e gioielli.
Le indagini, avviate a seguito della denuncia delle vittime, hanno permesso ai Carabinieri della Stazione di Roma Porta Portese di raccogliere gravi elementi indiziari relativi al coinvolgimento e al ruolo specifico dei due indagati, attraverso l’analisi dei dati di traffico telefonico e telematico, nonché analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, nonché di documentare un volume d’affari stimato in 50.000 euro circa.