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A Latina il museo Madxi di via Carrara ospita il concerto di Fabio Mina

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Domani sera alle 21.30 a Latina, presso il Museo Madxi di via Carrara, a Tor Tre Ponti, il concerto del musicista romagnolo Fabio Mina. I suoi strumenti a fiato raccontano atmosfere crepuscolari lavorando con l’arte dell’improvvisazione a cavallo tra jazz, ambient, psichedelia e folk di respiro cinematografico.

Fabio Mina cerca di dare al flauto traverso un’immagine lontana da cliché e formalismi, esplorandone le possibilità acustiche e espandendone le sonorità attraverso l’elettronica dal vivo ed effetti; dal 2007 collabora col trombettista tedesco Markus Stockhausen con cui si è esibito in diversi festival in Italia e in Germania in duo e in trio col batterista Enzo Carpentieri.

Suona in duo con il chitarrista norvegese Geir Sundstøl e da anni condivide molti dei suoi concerti col percussionista Marco Zanotti; assieme a Zanotti e a Peppe Frana, all’oud elettrico ha formato il trio Mothra, con cui ha lavorato in Europa e Asia. Appassionato di field recording ama dialogare con l’ambiente, attraverso registrazioni effettuate con diversi microfoni in grado di catturare i suoni più nascosti e meno identificabili. Elemento portante per la sua musica è l’improvvisazione, il linguaggio che meglio permette di esprimersi in contatto col momento e di essere in un ascolto non solo introspettivo, ma anche rivolto al clima, all’atmosfera circostante; anche l’utilizzo di strumenti a fiato di diversa provenienza contribuisce a discostarsi dalle visioni più puriste dei generi cercando di collocarsi, con spontaneità, tra fruibilità e sperimentazione, spesso ritenuti poli non comunicanti, territori lontani tra loro.

“HIGH WINDS MAY EXIST” è il suo ultimo progetto e ruota intorno al tema del vento sia come ispirazione musicale, con il suo suono variegato registrato con vari microfoni in diversi luoghi d’Italia, sia come simbolo di imprevedibilità, forza, pace, mutamento, tensione.

“Non sappiamo dove nasca né abbiamo idea di quale sia la sua ultima destinazione; nel suo percorso spazza via, sposta, piega, muove, spettina, dà ristoro, distrugge e crea. Lo conosciamo bene, il vento, ma mai lo capiremo fino in fondo, ci sfuggirà sempre il suo ritmo, talvolta regolare e cadenzato altre volte totalmente imprevedibile. Ho compiuto un piccolo viaggio alla ricerca dei luoghi Italiani più legati al vento, registrando i suoi multiformi suoni, dalle altissime dune della Sardegna Occidentale a Trieste, dagli impianti per l’energia eolica alle creste dell’ Appennino dove più correnti si incontrano e soffiano forte. Ho sempre trovato nel vento una sorta di maestro, dal quale imparare l’arte del mutamento, del lasciarsi portare, non come in una resa passiva, ma come fanno gli uccelli marini o gli alberi che non gli si oppongono, sarebbe inutile, ma lo assecondano e tentano di comunicare con le sue folate. Così è nata questa musica.”

FABIO MINA

 

Per Info: 3933364694

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