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“8 Marzo 2017: sciopero delle donne”, l’iniziativa del Centro Donna Lilith di Latina

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“8 Marzo 2017: sciopero delle donne, se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo”: presso la sede del Centro Donna Lilith di Latina, in via Massimo D’Azeglio, questo giovedì 2 marzo alle 11.00 verrà presentata l’iniziativa che si svolgerà in simultanea in 40 paesi del mondo e nelle varie realtà territoriali italiane. Nel giorno della festa della donna verrà richiesto a tutte le donne di aderire all’iniziativa promossa dal Movimento “Non una di meno”.

Il Centro Donna Lilith si sente parte di questa vasta mobilitazione nata dallo spirito della grande manifestazione del 26 novembre, quando in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, ha visto la presenza per le strade e le piazze di Roma una marea di oltre 200.000 donne.

Le socie del CDL illustreranno le varie possibilità di partecipazione che possono essere sia di “sciopero tradizionale” sia di adesione al “grande sciopero simbolico”.

Durante la Conferenza stampa verranno presentate, oltre alle iniziative legate alla nostra città, e il manifesto “8 punti per l’8 marzo: non un’ora meno di sciopero”: nato dal report dei tavoli di discussioni per il “Piano Antiviolenza Femminista” che si è svolto a Bologna il 4 -5 febbraio.

Tra gli otto punti, certamente, ha un valore aggiunto, approfondire, per chi lavora nel mondo della comunicazione, il “Report del tavolo narrazioni della violenza attraverso i Media”.

VOLANTINO 8 MARZO

8 MARZO 2017: SCIOPERO DELLE DONNE “SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, ALLORA CI FERMIAMO!”

Dopo la grande manifestazione del 26 novembre di oltre 200.000 persone per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, il Movimento “NON UNA DI MENO” ha indetto per l’ 8 marzo una giornata di mobilitazione aderendo allo SCIOPERO GLOBALE DELLE DONNE, lanciato dalle donne argentine, che interesserà oltre 40 paesi. L’ 8 marzo vedrà diverse forme e pratiche di lotta, dallo sciopero produttivo e riproduttivo alla presenza in piazza, da cortei a flash-mob, da presidi ad assemblee e manifestazioni creative. Il Centro Dona Lilith si sente parte di questa grande mobilitazione e si riconosce nella piattaforma elaborata a partire dal 26 novembre

“8 PUNTI PER L’8 MARZO”

E promuove una mobilitazione che culminerà in una manifestazione in Piazza del Popolo l’ 8marzo sui temi delle libertà delle donne, dell’ autodeterminazione, della pace e del rifiuto di ogni forma di discriminazione e di violenza contro le donne.

Vogliamo coinvolgere tutte le donne, le realtà associative, le singole persone, compresi gli uomini, che nella nostra città si riconoscono nel totale ripudio della violenza di genere in tutte le sue forme e manifestazioni, dal sessismo al razzismo nelle sue diverse declinazioni, alla transomofobia, alle discriminazioni e oppressioni nel lavoro e nella vita, allo sfruttamento nelle attività produttive e riproduttive.

Oltre a promuovere la mobilitazione cittadina il Centro Donna Lilith, che gestisce da anni un Centro Antiviolenza e una Casa rifugio per donne vittime di violenza, ha deciso di aderire allo sciopero globale sospendendo per un giorno l’attività di accoglienza alle donne in difficoltà che l’associazione svolge quotidianamente.

8 PUNTI PER L’8 MARZO

Ci mobiliamo:

Ø PERCHÉ LA RISPOSTA ALLA VIOLENZA È L’AUTONOMIA DELLE DONNE

Siamo contro la trasformazione dei centri antiviolenza in servizi assistenziali. I centri antiviolenza sono e devono rimanere spazi laici ed autonomi, che sostengono le donne nei loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza.

Ø PERCHÉ SENZA EFFETTIVITÀ DEI DIRITTI NON C’È GIUSTIZIA NÉ LIBERTÀ PER LE DONNE Vogliamo la piena la piena applicazione della Convenzione di Istanbul; un rapido accesso delle donne alla giustizia, con misure di protezione immediata per tutte, cittadine o straniere; l’affidamento esclusivo alla madre quando il padre usa violenza; operatori ed operatrici del diritto formati perché le donne non siano rivittimizzate.

Ø PERCHÉ SUI NOSTRI CORPI, SULLA NOSTRA SALUTE E SUL NOSTRO PIACERE DECIDIAMO NOI

Vogliamo la piena applicazione della legge 194 e l’abolizione dell’obiezione di coscienza; il pieno accesso alla Ru486; il potenziamento dei consultori e e la loro apertura a esigenze e desideri di donne e soggettività LGBTQI, indipendentemente da condizioni materiali-fisiche, età e passaporto

Ø SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, SCIOPERIAMO! Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, per uscire da relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà; un salario minimo europeo, perché non siamo più disposte ad accettare salari da fame, sotto-salari e assenza di tutele; un welfare per tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne. Ø PERCHÉ VOGLIAMO ESSERE LIBERE DI MUOVERCI E DI RESTARE: NOI SIAMO CONTRO OGNI FRONTIERA: PERMESSO, ASILO, DIRITTI, CITTADINANZA E IUS SOLI Siamo contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione, delle deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti; sosteniamo le lotte delle migranti e di tutte le soggettività lgbtqi contro la gestione e il sistema securitario dell’accoglienza; vogliamo l’asilo per tutte le migranti che hanno subito violenza, la cittadinanza per chiunque nasce o cresce in questo paese e per tutte le migranti e i migranti che ci vivono e lavorano da anni.

Ø PERCHÉ VOGLIAMO DISTRUGGERE LA CULTURA DELLA VIOLENZA ATTRAVERSO LA FORMAZIONE Vogliamo che l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e tutte le forme di violenza di genere; vogliamo coltivare un sapere critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli stereotipati di femminilità e maschilità; siamo contro il sistema educativo della “Buona Scuola” (legge 107) che distrugge la possibilità che la scuola sia un laboratorio di cittadinanza capace di educare persone libere, felici e autodeterminate.

Ø PERCHÉ VOGLIAMO FARE SPAZIO AI FEMMINISMI Siamo contro la violenza ed il sessismo, elementi strutturali della società; vogliamo costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti nei territori, in cui praticare resistenza e autogestione; vogliamo che il femminismo non sia più un tema specifico, ma diventi una lettura complessiva dell’esistente.

Ø PERCHÉ RIFIUTIAMO I LINGUAGGI SESSISTI E MISOGINI. Siamo contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans; rovesciamo la rappresentazione delle donne che subiscono violenza come vittime compiacenti e passive e la rappresentazione dei nostri corpi come oggetti; agiamo con ogni media e in ogni media per comunicare le nostre parole, i nostri volti, i nostri corpi ribelli, non stereotipati e ricchi di inauditi desideri.

 

 

 

 

 

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