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Al Ministero della Cultura le audizioni dei Comuni di Latina e Gaeta per il concorso Capitale Italiana della Cultura 2026.

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Al Ministero della Cultura ieri le prime audizioni per il concorso Capitale Italiana della Cultura 2026. A concorrere per l’ambìto titolo ci sono due Comuni pontini: Latina e Gaeta, che hanno presentato i loro dossier alla Giuria esaminatrice. Oltre ai sindaci delle due città pontine, a sostegno delle due candidature, erano presenti il Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, e l’assessore regionale alla Cultura, Simona Baldassare. “Blu, il Clima della Cultura” e “Latina bonum facere” sono i titoli dei dossier presentanti dai Comuni di Gaeta e Latina.

Per conoscere quale sarà la città vincitrice del concorso, che assegna un milione di euro quale contributo per la realizzazione del progetto di candidatura, bisognerà attendere il 29 marzo prossimo.  “Latina merita la vittoria. Ma comunque vada, è stata una sfida affascinante e positiva per il territorio. – ha commentato la Sindaca di Latina, Matilde Celentano – Il lavoro svolto è un punto di partenza per un nuovo sviluppo, perseguibile attraverso la cultura”.

“Due progetti ambiziosi, per due città profondamente diverse, che però hanno saputo costruire una rete fortissima per declinare il racconto di tutte le potenzialità del loro territorio. – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli – I miei più vivissimi complimenti ai due Comuni e ai loro Sindaci, Matilde Celentano e Cristian Leccese per l’ottimo lavoro svolto e per la capacità di aver saputo creare una rete territoriale così ben strutturata da far pensare a quanto si può costruire insieme.

Mi rende particolarmente orgoglioso vedere espresse tante professionalità, che in concerto hanno saputo dar vita a progetti tanto strutturati. Da una parte il blu, colore dell’anima, per un nuovo Umanesimo, che pone al centro il benessere e la felicità delle persone grazie ad un panorama straordinario in cui mito, arte e cultura diventano un nuovo paradigma di modernità. Dall’altra, invece, la voglia di una città recente, di far riscoprire le sue radici e ripensare un nuovo rapporto tra città e aree periurbane, attraverso la valorizzazione delle proprie eccellenze.

Capacità, passione, lungimiranza e l’ardire di poter segnare un punto di svolta nel racconto della propria identità locale, con la forza delle proprie risorse e l’intento di segnare una svolta. Io credo che i dossier, per capillarità con cui hanno saputo coinvolgere i vari attori territoriali, già rappresentino per il comprensorio pontino uno snodo importantissimo. Se ne parla sempre più spesso in questi giorni, ed emerge ormai come un’esigenza diffusa, quella di una coralità di azioni, per costruire una nuova visione. Le audizioni, sono state l’occasione per testare questa abilità e mostrare le proprie potenzialità. Da qui è tutto da costruire.

Attenderemo con ansia la pronuncia della Giuria, ma sono sicuro, che il cammino avviato è il punto di partenza per una grande progettualità che come Provincia saremo orgogliosi di supportare.”

“Oggi ho partecipato alle audizioni per l’individuazione della Capitale della Cultura 2026. – ha commentato l’assessore regionale alla Cultura, Simona Baldassare  – Una giornata che ha visto il Lazio protagonista presso il Ministero della Cultura, con le candidature di Gaeta e Latina.

Il dossier “Blu. Il clima della cultura” racchiude la proposta di Gaeta, che abbraccia l’ambiente e la scienza per ribadire la centralità umana nello sviluppo spirituale. Una formula efficace, che esalterà le caratteristiche di un’antica e una nobile città del mare come Gaeta. Il mare continuerà ad essere un patrimonio strategico e un punto di riferimento per l’uomo, anche nei secoli a venire.

Invece la seconda proposta riguarda “Latina Bonum facere” e mette insieme le comunità rurali, a partire dalle bonifiche pontine, e le nuove utopie urbane, che sono rappresentate da Latina e dalle altre città di fondazione. Si tratta dei simboli dell’architettura razionalista, che sono parte integrante della storia della nostra Regione. Le peculiarità di Gaeta e Latina sono un legame indissolubile del patrimonio del Lazio. L’amministrazione Rocca non farà mancare il suo sostegno».

“Latina merita la vittoria – ha commentato la Sindaca di Latina, Matilde Celentano – “Comunque vada, è stata una sfida affascinante e positiva per il territorio. Il lavoro svolto è un punto di partenza per un nuovo sviluppo possibile, perseguibile attraverso la cultura, quale elemento strategico di valorizzazione del territorio di Latina e della provincia pontina”.

A relazionare il dossier che ha portato Latina in finale  per l’ambito titolo nazionale sono stati il sindaco Celentano, l’assessore all’Urbanistica Annalisa Muzio, il direttore del Museo Cambellotti Antonia Lo Rillo e l’architetto Daniela Cavallo, direttore del progetto di candidatura denominato “Latina, bonum facere”.

“Latina è una città giovane, ma questo non significa che non abbia una storia che meriti di essere narrata – ha affermato il sindaco Celentano – Latina, partita dalla palude, dalla mal aria respirata dai butteri e dai pastori della transumanza, ha affrontato il tempo della mutazione con ampie falcate. La candidatura di Latina a Capitale italiana della cultura 2026 è stata un’esperienza stimolante, guidata da una squadra al femminile, con me, l’assessore Annalisa Muzio e l’architetto Daniela Cavallo, che ha saputo cogliere le sfumature di questo progetto per cucirlo sul territorio e realizzare,  attraverso un certosino lavoro sartoriale di cultura, il più bell’abito che Latina possa mai indossare nell’immediato futuro. Latina, con le sue unicità, merita il titolo di Capitale italiana della cultura”.

“Latina, il capoluogo più giovane d’Italia, città giovane per antonomasia, la città dei borghi perché ne ha 12 che si sviluppano attorno al centro, è l’unica espressione al mondo di città di questo genere – ha concluso l’assessore all’Urbanistica Annalisa Muzio, anche lei relatrice durante le audizioni al Ministero della Cultura -. Non resta che scoprirla, valorizzarla e svelarla. Questo è stato l’obiettivo con cui abbiamo partecipato alla sfida di Capitale della Cultura 2026. Perchè Latina non sia mai in coda alle altre città, ma in testa per innovazione e attuazione di sogni e visioni”.

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