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Partito Democratico e Rifondazione Comunista Anzio sullo scioglimento dei Comuni di Anzio e Nettuno.

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Il Partito Democratico di Anzio e Rifondazione Comunista intervengono sullo scioglimento dei Comuni di Anzio e Nettuno per condizionamento della criminalità organizzata. “La pagina più triste per Anzio – commenta il Pd – in 165 anni dall’istituzione del Comune. La destra, che nell’ultimo quarto di secolo ha governato la città, ha sulle spalle per intero la responsabilità di non avere creato un argine alla criminalità e al malaffare, – commenta il Segretario, Luigi Visalli – anzi di avere fatto di quest’ultimo un metodo di gestire la cosa pubblica come dimostrano le numerose indagini precedenti a quella della Dda”.

“Non c’è da gioire – aggiunge Visalli – quello che è accaduto ricade sull’immagine di Anzio e sui cittadini onesti, per fortuna la stragrande maggioranza. Da questo momento si deve lavorare per creare un’alternativa seria, credibile, autorevole e che metta al primo posto la legalità assoluta”.

Argomento, quest’ultimo, sul quale il Pd ha lanciato l’allarme in tempi non sospetti, sollevando la questione in città e in Parlamento, presentando nel 2016 il rapporto “Mafie nel Lazio” e ribadendo nella campagna elettorale del 2018 che era prioritario il rispetto delle regole – dagli appalti sotto soglia agli affidamenti ai “soliti noti” – se si voleva ristabilire una adeguata agibilità democratica.

“La politica deve tornare ad essere un argine rispetto a chi ha scambiato il Comune per altro, condizionandolo. Argine che la destra non ha saputo creare. Ci aspettano anni difficili, ringraziamo il ministro Piantedosi per aver dato seguito all’attività che aveva già svolto da Prefetto e per aver anteposto l’interesse pubblico a quello di appartenenza. Anzio – conclude Visalli – è risorta dopo la caduta dell’impero romano, è rinata dalle ceneri della guerra e dopo l’onta dello sfollamento, sarà capace di risorgere ancora”

Lo scioglimento dei Comuni di Anzio e Nettuno, certifica il fallimento della destra affaristica e clientelare che le governava da decenni. – commentano dal locale circolo di Rifondazione Comunista – Non basta cambiare amministratori, serve un’alternativa sociale per impedire che le mafie continuino a spadroneggiare”.

La destra – prosegue Rifondazione – ha costruito il suo consenso occupando le istituzioni e coagulando un grumo di interessi privati che hanno distrutto ogni idea di bene comune penetrando a fondo nella mentalità popolare, che ha perso ogni cultura del diritto in favore della pratica del favore e dello scambio di voti. In questo contesto le mafie hanno trovato il loro habitat.

Chi ne ha fatto le spese è il territorio, totalmente cementificato, l’assenza di servizi, la devastazione dei beni comuni e la disoccupazione di massa. Solo una alternativa basata sul lavoro, il recupero dal degrado urbanistico, la valorizzazione e la tutela del territorio e del nostro mare, la riscoperta della nostra cultura può fare rinascere queste nostre città. E solo se le classi popolari oggi ridotte a suddite che pietiscono favori e lavoretti ai padrini di turno, tornino a lottare per i loro sacrosanti diritti, come la casa, il lavoro, la scuola la salute.  Se non vogliamo che le mafie prosperino, serve un’alternativa sociale e non solo un cambio di amministratori. Non sarà una passeggiata”.

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