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Estorsioni con metodo mafioso tra Aprilia e Pomezia: confermata in Appello la sentenza per Sergio Gangemi, ma c’è lo sconto di pena. “Importanti le denunce delle vittime”

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La Corte di Appello di Roma ha integralmente confermato la sentenza di primo grado nei confronti di Sergio Gangemi accusato di estorsione (riconoscendo la sussistenza del reato contestato col metodo mafioso) ma ha ridotto la pena inflitta all’imputato a 7 anni, 2 mesi e 20 giorni. Ridotta anche la multa a 2.100 euro (in primo grado Sergio Gangemi era stato condannato alla pena di 9 anni di reclusione e 3.200 euro di multa). Il suo arresto risale al 2018 quando insieme ad altre tre persone fu accusato dalla Dda di una serie di attentati ai danni di due imprenditori di Aprilia e Pomezia con l’utilizzo di bombe a mano e di un fucile d’assalto. I fatti risalgono agli anni compresi tra il 2012 e il 2016, commessi ad Aprilia e sul litorale romano, a Torvaianica.

“Si tratta di una sentenza importante – ha commentato Edoardo Levantini dell’associazione Coordinamento Antimafia di Anzio e Nettuno che sa sempre ha seguito il processo – conferma la pericolosità di una famiglia espressione di un imprenditoria mafiosa che per anni ha operato nel tessuto economico e sociale del litorale e del territorio nord della provincia pontina. Questa sentenza dimostra che conviene alle vittime denunciare e rompere il muro di omertà. Ringrazio ancora i carabinieri del gruppo di Frascati che hanno condotto le indagini e che rappresentano una grande eccellenza nel nostro territorio. Un grazie anche ai pm Giovanni Musaro’ e Giovanni Taglialatela”.

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