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Maltrattamenti in famiglia: scatta la sorveglianza speciale per un giovane di Sezze.

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Maltrattamenti in famiglia: scatta la sorveglianza speciale per un giovane di Sezze. Su proposta del Questore  di Latina, il Tribunale di Roma ha emesso in provvedimento a carico di un 27enne, attualmente detenuto a Roma Rebibbia. Già destinatario della misura di prevenzione dell’avviso orale dal 2019, il giovane negli anni si era reso responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre, del fratello e dell’ex compagna. Nel 2022 aveva anche rapinato un’attività commerciale del centro lepino.

“Nel dicembre del 2021 – si legge nella nota della Questura di Latina – era stato arrestato in flagranza per maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Durante l’espiazione della misura, nell’ottobre 2022 armato di pistola e con volto travisato, si era reso responsabile di una rapina presso un esercizio commerciale di Sezze ed era stato arrestato in flagranza per rapina aggravata, evasione e resistenza a pubblico ufficiale.

Il Questore di Latina, nella proposta di applicazione della misura, ne aveva delineato il quadro della pericolosità sociale e della sua attualità, in considerazione del perdurare del comportamento antisociale tenuto negli anni dall’uomo.

Alla luce del persistere di condotte fortemente antisociali e dell’attuale pericolosità sociale del proposto e tenuto conto della elevata gravità in relazione alle minacce, alle violenze fisiche e psicologiche inflitte nel corso del tempo ai propri familiari e o della circostanza che la pericolosità sociale è resa ancor più evidente dallo stato di dipendenza dall’alcol e dall’assunzione di sostanze stupefacenti, il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, condividendo la proposta formulata dalla Questura, ha applicato all’uomo la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, per la durata di due anni con obbligo di dimora nel Comune di Sezze e con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle vittime”.

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