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Passa per Ardea l’operazione “Apogeo”: sequestrati al clan Spada 19 milioni di euro di beni.

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Duro colpo al clan mafioso degli Spada, attivo sul litorale romano, in particolare ad Ostia. Questa mattina all’alba i finanzieri del Comando Provinciale di Roma con l’operazione “Apogeo” hanno dato esecuzione a cinque decreti di sequestro di beni, del valore di ben 19 milioni di euro, nei confronti di altrettanti esponendo di spicco del clan; sequestri che hanno riguardato anche la città di Ardea, dove erano presenti alcuni immobili.

L’attività di oggi è l’epilogo di un’articolata indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nel cui ambito gli specialisti del Gico della Finanza hanno ricostruito la “carriera criminale” dei vertici del clan degli Spada, i quali avevano accumulato, nel tempo, un vastissimo patrimonio mobiliare e immobiliare, assolutamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Sotto sequestro sono finite 18 società e 4 ditte individuali, 6 associazioni sportive e culturali, 4 immobili (situati a Roma e ad Ardea), ed ancora 15 auto ed un motoveicolo, oltre ai rapporti bancari, postali, assicurativi ed azioni.

“In applicazione delle norme in materia di misure di prevenzione contenute nel “Codice Antimafia”, – si legge nella nota stampa del Comando Provinciale di Roma – i Finanzieri hanno proposto all’Autorità Giudiziaria il sequestro di tali ricchezze, acquisite con i proventi dei traffici delittuosi cui i proposti sono stati abitualmente dediti. Gli approfondimenti economico-patrimoniali condotti nei confronti del capoclan Carmine SPADA alias “Romoletto” (classe 1967), nonché di Ottavio SPADA (classe 1963), Armando SPADA (classe 1967), Roberto SPADA (classe 1975) e Claudio GALATIOTO (classe 1951), hanno preso le mosse dalle operazioni di polizia “ECLISSI” e “SUB URBE”, nel cui contesto è stata documentata l’operatività del sodalizio nel territorio lidense, identificandone i “capi” e raccogliendo rilevanti fonti di prova in ordine al sistematico esercizio dell’intimidazione, all’esazione del “pizzo” e alla commissione di plurimi fatti di estorsione, usura, traffico di droga e fittizia intestazione di beni, quest’ultima strumentale al controllo di molteplici attività economiche nei più disparati settori commerciali.

Il carattere mafioso dell’organizzazione è stato recentemente confermato dalla Corte di Cassazione in sede di pronuncia sul ricorso avverso un provvedimento del Tribunale del Riesame relativo alla nota aggressione perpetrata da Roberto SPADA, nel novembre del 2017, ai danni di una troupe della RAI nei pressi della palestra FEMUS BOXE di Ostia (oggi sottoposta a sequestro), di proprietà dello stesso pregiudicato.

L’associazione capeggiata da “Romoletto”, per lungo tempo “gregaria” della consorteria dei FASCIANI, ha prepotentemente affermato la propria egemonia territoriale nell’area del litorale romano all’indomani delle operazioni “NUOVA ALBA” e “TRAMONTO” – che hanno smantellato quel sodalizio – mantenendo, tuttavia, solide relazioni con esponenti di spicco del predetto gruppo malavitoso, al quale gli “alleati” SPADA hanno destinato parte dei loro introiti per il sostentamento del boss Carmine FASCIANI, attualmente detenuto.

Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle – basati anche sull’apporto dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia – è emerso che i vertici del clan, oltre a palesare un tenore di vita del tutto incoerente rispetto alle loro capacità reddituali, hanno “inquinato” l’economia legale ostiense, reimpiegando i profitti delle reiterate condotte illecite attraverso la costituzione, tramite compiacenti “prestanome”, di una serie di imprese (bar, sale slot, distributori di carburante, concessionarie di auto, ecc.) e associazioni sportive dilettantistiche utilizzate per la gestione di palestre e scuole di danza.

Aderendo in toto alle prospettazioni investigative, il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro dei seguenti beni, riconducibili ai proposti anche se in gran parte intestati ad altre 47 persone (familiari e terzi), apparentemente estranee al contesto criminale:

patrimonio aziendale e relativi beni di 18 società e 4 ditte individuali, nonché il 40% del capitale sociale di un’ulteriore società, operanti nei settori “bar e somministrazione di alimenti e bevande”, “panificazione”, “commercio all’ingrosso e al dettaglio di autovetture e di autoveicoli leggeri”, “costruzioni edifici residenziali e non”, “vendita al dettaglio di carburanti”, “sale giochi e biliardi”, site a Roma (per lo più a Ostia) e in provincia di Frosinone;

patrimonio aziendale e relativi beni di 6 associazioni sportive/culturali, ubicate a Ostia;

4 immobili, siti a Roma e Ardea (RM);

15 autoveicoli e 1 motoveicolo;

rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni.

L’odierna operazione – conclude la Finanza – rappresenta l’ennesima testimonianza della costante ed efficace opera svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Guardia di Finanza di Roma ai fini dell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati da soggetti “socialmente pericolosi”.

 

 

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